sabato 27 ottobre 2012

DIRITTO AL NON VOTO BY EF



DIRITTO AL NON VOTO BY EF

Pochi sanno che la legge elettorale in Italia prevede la possibilità di rifiutarsi di votare e metterlo a verbale.

Quando si va al seggio e dopo che le schede sono vidimate si dichiara che ci si rifiuta di votare e che si vuole che venga messo a verbale.

Le schede di rifiuto sono CONTATE e sono VALIDE, contrariamente alle schede nulle o bianche o all'astensione dal voto che costituiscono purtroppo delega passiva in bianco, che viene conteggiata come voto jolly, secondo la legge elettorale vigente, che verrà acquisito dalle coalizioni che risulteranno vincenti, anche se composte da coloro che riceveranno anche un solo voto da chicchessia.

Nessun mass-media ne parla,e come di consuetudine i partiti contano sul fatto gli italiani comunque vadano sempre a votare anche se probabilmente molti andranno a votare il "meno peggio".

Esiste un METODO DI ASTENSIONE, che garantisce invece di essere percentuale votante (quindi non delegante) e consente di non far attribuire il proprio non-voto al partito di maggioranza. E', infatti, facoltà dell'elettore recarsi al seggio e una volta fatto vidimare il certificato elettorale, AVVALERSI DEL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA, assicurandosi di far mettere a verbale tale opzione; è possibile inoltre ALLEGARE IN CALCE AL VERBALE, UNA BREVE DICHIARAZIONE IN CUI,SE VUOLE, L'ELETTORE HA IL DIRITTO DI ESPRIMERE LE MOTIVAZIONI DEL SUO RIFIUTO (es. Nessuno degli schieramenti qui riportati mi rappresenta).

Quindi, tutti coloro che:

1 - Non sono convinti dell'attuale sistema delle elezioni che chiude per tutto il periodo di governo la bocca agli elettori, i quali, consegnando tutte le facoltà ai propri delegati, molto spesso non ricevono più dai medesimi alcun contatto periodico, anche se promesso ed atteso, anche solo per la molteplicità degli impegni a cui questi ultimi sono tenuti ad assoggettarsi per l'esecuzione del mandato.

2 - Non sono convinti che i propri delegati, anche se eletti, non possano poi agire come come si aspettano i loro elettori, perché entrati nel palazzo, restano inevitabilmente obbligati a seguire le procedure rituali vincolanti, o restano influenzati ingiustamente dai poteri forti - tra i quali banche, magistrature, apparati statali e previdenziali, grandi rappresentanti industriali italiani od esteri, ad esempio - non riuscendo poi a far valere più la vera volontà popolare.

3 - Non sono convinti che gli attuali stipendi o pensioni auto concesse dai politici del presente o del passato debbano essere mantenute, specie in prospettiva della attuale gravissima  crisi latente nata proprio per i difetti dello stesso apparato politico - capitalistico - assicurativo - bancario, sinora mantenuto dai cittadini.

4 - Non sono convinti che non assicurando immediatamente un capitale di funzionamento alle imprese, non ridimensionando immediatamente stipendi e pensioni pubbliche, non costituendo immediatamente una nuova grande banca popolare statale indipendente dal sistema bancario internazionale - come quella appena costituita da Hollande in Francia -  atta a supportare la ripresa dell'economia delle piccole e medie imprese private e pubbliche, non limitando il potere di acquisto del debito pubblico da parte delle banche, non assicurando la riforma immediata, totale, e radicale del sistema giustizia, non introducendo la responsabilità del sistema magistratura e del sistema politico assoggettandolo ad un processo penale d'ufficio, non introducendo l'affermazione definitiva della scala gerarchica della sovranità popolare da porsi alla cima della piramide, quella aziendale privata al secondo livello e quella aziendale pubblica al terzo, quella dell'amministrazione privata e statale al quarto, e quella bancaria quindi all'ultimo.

5 - Non sono convinti che non non sia giusto non far pagare immediatamente l'intera crisi mondiale al sistema borsistico - bancario che l'ha creata, tanto più che da uno studio del sole ventiquattro ore tale sistema è l'unico ad essere capiente e a detenere la possibilità di annullare tutti i debiti pubblici mondiali con una semplice autotassazione delle transazioni borsistiche del tutto indolore per loro

6 - Non sia giusto l'attuale sistema di inquisizione dell'evasione inesistente, l'attuale iper tassazione vigente, l'attuale iper sanzionismo usurante, l'abominevole iper confiscazione dei beni per il sostegno di spese di giustizia troppo care

7 - Siano convinti che bisogna intervenire subito per impedire l'esproprio del suolo italiano e dei beni dell'amministrazione pubblica ad opera di facili aste di assegnazione

8 - Siano convinti che bisogna arrestare il processo di espropriazione dell'amministrazione finanziaria che presto sarebbe traslocata a Berna e gestita tramite Poste Italiane, relegandoci in un vero e proprio "campo di concentramento di iper tassazione" gestito dai popoli del nord

9 - Siano convinti che per il futuro dei propri giovani, bisogna intervenire subito con l'unico strumento che il popolo sovrano detiene veramente ovvero il suo "sì"

DEVONO ESPRIMERE IL PROPRIO VOTO RECANDOSI ALLE URNE NEL MODO SEGUENTE:

1 - ENTRARE NEL SEGGIO
2 - FAR VIDIMARE LA PROPRIA SCHEDA
3 - FAR METTERE A VERBALE LA SEGUENTE FRASE: "MI AVVALGO DEL DIRITTO DI RIFUTO DELLA SCHEDA"
4 - FAR METTERE EVENTUALMENTE IN CALCE AL VERBALE LA PROPRIA MOTIVAZIONE AD ES.:
 "NESSUNO DEGLI SCHIERAMENTI QUI RIPORTATI MI RAPPRESENTA"

Questo e solo questo, costituirà un "NON VOTO" valido che permetterà di conteggiare il numero delle persone che pensano in questo modo.

Qualora il numero di questi voti fosse abbastanza elevato il Paese verrà posto in uno stato di arresto di ogni esecutivo perché nessuno sarebbe più autorizzato ad entrare nel palazzo di comando.

Il Paese restando così senza governo vedrebbe l'annullamento improvviso di tutti i posti di lavoro pubblici e subito si dovrebbe formare un comitato esecutivo che nomini dei ministri provvisori che garantiscano il minimo di funzionamento degli apparati statali di vitale importanza, mentre una opportuna commissione provveda a preparare la riforma dell'attuale Carta Costituzionale introducendo articoli che assicurino la conferma dei suddetti nove punti fondamentali per la salvezza del Paese Italia e del sistema mondiale gestito dalla global governance in sfregio alla sofferenza globale del pianeta.

Noi siamo il potere, perché noi siamo, non asinelli, ulivi, o margherite, ma siamo pecore buone, agnelli sacrificali, che siamo sempre andati avanti con le nostre forze, senza aiuto di nessuno e con le nostre sole forze costituiamo un gregge che deve ritornare libero di pascolare i propri prati italiani.

Nessun campo di concentramento, ma un terreno di pace e bontà dove i nostri figli possano proseguire quella tradizione che i nostri nonni ci hanno tramandato.

Nessun ragioniere padrone del nostro denaro, nessun debito inesistente o evasione fiscale irreale, solo il ridimensionamento del grande porcellum nazionale che ci ha sfruttato per molto troppo tempo.

Votare il "menu peggio" non ha pagato.

Se aderisci a questo pensiero vota che rifiuti la scheda e fallo mettere a verbale.

Se lo fai, salvi l'Italia e te stesso.

Non abbiamo bisogno delle banche.

Non abbiamo nessun debito reale.

Non dobbiamo arricchire politici, bancari o magistrati.

Riprendiamo innanzitutto il comando.

Possiamo istituire subito la Banca Nazionale Popolare come ha fatto Hollande.

Votiamo che vogliamo così.

La Sicilia deve essere la prima a dare l'esempio e l'Italia la seguirà.

COMITATO AGNUS DEUM

RETEDI


RETEDI.BLOGSPOT.COM

§

lunedì 15 ottobre 2012

Crisi economica europea: troppo rigore strangola l'economia



Oggi invece il FMI inizia a lasciare spazio al dubbio - principio sano. Lo dimostra un nuovo studio di questa istituzione che mostra gli effetti nefasti per l'economia di un'eccessiva austerità fiscale. Non ci vuole molto, direte voi, e io non possono che essere d'accordo: l'Europa sta mostrando chiaramente l'avvitamento provocato dalla spirale tagli di bilancio, riduzione del PIL, nuovi tagli di bilancio per rispettare gli obiettivi del deficit.
Di fronte all'evidenza, le istituzioni internazionali si sono accorte che ad ogni percentuale di taglio del deficit non corrisponde mezzo punto di minor crescita ma molto di più. Si parla di un moltiplicatore compreso tra 0,9 e 1,7 - ovvero un segno negativo almeno doppio rispetto a quanto prevedevano.
Ovviamente questo moltiplicatore dipende dal momento economico che stiamo vivendo: crisi economica, credit crunch e così via. Per questo ora il Fondo Monetario Internazionale predica gradualismo nell'aggiustamento delle economie, presentando ad esempio piani credibili nel medio termine "perché così si può procedere più lentamente all'inizio".
Insomma bisogna essere meno ossessivi sul rispetto di vincoli di bilancio nominali, come il famoso tetto del deficit pari o inferiore al tetto del 3% del Pil. Meglio concentrarsi su obiettivi di bilancio strutturali - ovvero mostrare dinamiche di contenimento della spesa anche se non si raggiungono parametri precisi. Vedremo nei prossimi mesi in quali politiche economiche  verranno tradotte queste affermazioni di buon senso.

LINK UTILI

lunedì 8 ottobre 2012

Redditometro ipocrita e ricetta per il rilancio


Cinisello, 10:10 08/10/2012

Redditometro è un concetto inventato dai moderni finanzieri italiani per definire

la misurazione del reddito induttivamente in base alla misura dei costi assunti e

sostenuti.

La teoria recita che non si possono spendere soldi senza che sia sussistito

un reddito che ha permesso di sostenerli.

La derogabilità a questa norma è ammessa solo in caso di dimostrazione di

redditi straordinari, quali eredità o vincite, tassati comunque separatamente dalla

base imponibile del gettito reddituale tipico od ordinario.

La critica a questa logica basata sulla certezza del reddito prima di

affrontare un costo o un investimento è fortemente sostenuta dagli economisti e

dagli imprenditori che hanno visto considerare i leasing come costi sostenuti sulla

base di un reddito d'esercizio già preconosciuto dall'imprenditore durante un

qualsiasi momento dell'anno.

In realtà il reddito di esercizio risulta quasi sempre, e specialmente nei

momenti di crisi, molto improbabilmente certificabile anticipatamente.

In realtà il segreto del successo di tutte le aziende, è il poter investire

anticipatamente in costi, che solo se sostenuti in anticipo, essi stessi potrebbero

essere nel loro insieme le ragioni del successo della produzione ingenerante il

reddito finale s'esercizio.

In verità il pretendere che l'investimento in un mezzo di produzione

costituisca la rivelazione di un reddito risulta essere quindi l'antitesi della

logica degli investimenti, finalizzata a produrre eventuali redditi, verificabili

solo ex post e cioè a fine esercizio.

Risulta quindi essere lapalissiano che se si impedisce agli imprenditori a

ricorrere agli strumenti ordinari di finanziamento quali le anticipazioni bancarie,

i leasing, i finanziamenti i mutui, coi quali acquistare scorte, merci, prodotti

finiti e mezzi strumentali, tra i quali perché no, anche le autovetture aziendali

con le quali andare a trovare i clienti, visitare i lavori, recarsi presso fiere o

istituti per assistere a corsi di aggiornamento o di certificazione, ecco che si

mortifca, si frustra e addirittura si nega ogni logica positiva della ragione

dell'investimento che probabilmente ma non certamente potrà generare del reddito

tassabile, e, impendendo gli investimenti, quasi certamente non lo farà.

Un'altra cosa risulta quindi essere altrettanto certa: se si colpiscono gli

investimenti, i leasing, le spese per la produzione, questa sarà quindi destinata a

scemare miseramente in un livello di minimo mantenimento, di mera sopravvivenza, di

bieco minimalismo, come quello ove tutte le aziende italiane stanno tendendo a

restare per poter sopravvivere, assai miseramente rispetto il passato.

Ecco che quindi, rivedere questa norma, questa illogicità contraddittoria della

stessa natura dei conti di bilancio, risulta essere urgente ed essenziale per

liberare le aziende dallo spauracchio dell'inquisizione finanziaria punente

l'investimento sano.

Lo spauracchio della finanza che punisce il contadino per l'acquisto del

trattore e delle sementi, porta quest'ultimo ad evitare di arare e di seminare

pregiudicando anticipatamente il proprio raccolto.

La sommatoria delle aziende che non seminano nella propria produzione per

paura di un fisco induttivo, che formula statuizioni, deduzioni, o supposizioni

illogiche, fanno quindi formazione di una buona quota del il livello di crisi che

abbiamo raggiunto.

Tale livello di crisi economica è destinato a crescere ancora fino a che non

cesserà l'importante stato di frustrazione che provano le aziende e gli imprenditori

di piccola dimensione provocato dagli attuali regimi fiscali ingiustamente

frustranti qualsiasi logica matematica, aritmetica, probabilistica che sinora la

scuola pubblica stessa ci aveva insegnato.

Demolire il concetto della presunzione del reddito esistente a priori è

quindi condizione" sine qua non" per la possibile ripresa dell'economia.

Cosa potrebbe bastare ai finanzieri impotenti perché l legge non l'anno

creata loro? Basterebbe ragionare con logica: l'unica materia contro la quale

nessuna legge può andare perché se lo facesse sarebbe immediatamente dichiarata

nulla e quindi priva di ogni effetto reale.

Allora se la regola sancisce gli investimenti in carenza di sopravvenienza

dimostrabile, si passi come sopravvenienza anche l'offerta stessa di finanziamento

da parte delle banche, delle regioni e dell Stato.

In altre parole se un imprenditore dispone di accesso ai liberi

finanziamenti, che questi stessi vengano considerati come disponibilità propria

dell'imprenditore anche se temporanea ovvero con durata determinata entro i limiti

della rimborsabilità prevista, proprio alla stessa stregua di come si considerino i

lasciti ereditari o le vincite al superenalotto che differiscono unicamente dai

finanziamenti nel carattere di definitività della loro disponibilità rispetto a

quello di temporaneità proprio dei finanziamenti o dei leasings.
Non cambiando la sostanza della finalità con cui l'imprenditore impiega i

propri o gli altrui fondi, quest'ultima non deve essere travisata da inconsapevoli
revisori tributari in impiego derivante da propria disponibilità ingiustificata.
Coloro che si sono forgiati del titolo di istruttori dei dirigenti e degli

organici del ministero delle finanze, deve a nostro avviso, ora rispondere,

responsabilmente e non con retoriche inconsistenti o con analisi incongruenti, del

perché della insensata diffusione di questi errati concetti inquisitori quali

istruzioni per la redazione dei modelli unici, inculcati inspiegabilmente anche a

tutti i commercialisti d'Italia, senza che alcuno di essi sia insorto contro la

loro, in vero, a nostro modesto parere, lapalissiana, palese, e inconfutabile

illogicità e quindi assoluta ingiustezza.

Che per mantenere un'azienda sia necessario sostenere continuamente dei

costi, pensiamo sia concetto pacifico perché comprensibile e condivisiibile da

qualunque buon padre di famiglia, ma pure, e lo abbiamo testato, dal più umile degli

uomini della strada di qualunque estrazione politica, logica o culturale egli

appartenga.

Come ha fatto il ministero delle finanze a coniare criteri di tassazione

così iniqui ed illogici determinando così la perdita di interesse a portare avanti

la propria azienda sul territorio italiano?

Quale organo superiore di sorveglianza ha permesso tacitamente tutto questo,

lasciando che ciò avvenisse?

Perché nessun commercialista italiano, esperto di economia, aziendalista è

mai insorto contro tale iniquità redditometrica, tanto dannosa ed illogica?

Come mai, questa formula fiscale errata, da ormai cinque anni sta

impoverendo le tasche degli imprenditori, che tenuti all'oscuro sulla verità dai

propri commercialisti ignavi e impotenti, continua ad arricchire a dismisura regioni

e provincie e unità centrali dello Stato, che altro non sa fare, per mantenersi, se

non quello di rapinare i propri contribuenti?

Come si spiega che i bilanci statali, che sono i primi documenti che devono

essere pubblicati nella più completa ed esaustiva trasparenza e leggibilità per

tutti, sintetizzati sotto forma di report semplificati e leggibili da parte di tutti,

non siano mai stati disponibili e consultabili da parte di chicchessia, dall'inizio

della repubblica ad oggi?

A chi risponde che i Ministeri, l'Istat, e la corte dei Conti non hanno mai

negato i dati a nessuno, cosa risponde a proposito di una cultura della diffusione

popolare dei dati, più democratica, utile ed utile per l'autocontinenza stessa dello

scippo delle risorse tributarie allo scopo di favorire non solo il proprio

mantenimento ma addirittura, - alla luce dei recenti scandali laziali, lombardi,

veneti, piemontesi, siciliani, trentini, e chi più ne ha più ne metta - anche il

proprio sfrenato, incontinente, smisurato, irragionevole, ingiusto, anacronistico

"INGRASSAMENTO"?

Sprechi infrastrutturali per INGRASSARE SINDACI, PREFETTI E GOVERNATORI,

NONCHE POLITICI, DEPUTATI E SENATORI, TUTTI, - PORCILMENTE PARLANDO - interessati

ad ingozzarsi nel truogolo dell'inquinamento territoriale, della devastazione

economica, dell'inquisizione dei giusti, e della perdita del territorio italiano?

Non dico di mandare a casa questi PORCI, ma di TOGLIERE LA CASA ai medesimi,

perché unica pena plausibile per tali energumeni della popolazione lasciata

disinformata, terrorizzata, e frastornata quanto disorientata circo il proprio

futuro, costituisce l'abuso più abominevole di tutte le storie antiche babilonesi.

L'abominio della logica, del rispetto del semplice, dell'usurpazione

sfrenata da parte di organi tribuitari ed esattivi ciechi, ingiusti ed applicanti

false logiche inventate forse da consulenti tributari fantasisti ubriachi e

deliranti, hanno ora passato il limite e questo popolo semplice e timoroso di Dio,

non deve essere più usurpato.

Come ogni buon padre di famiglia sa, per proteggere i propri cari, la

propria famiglia, è l'unico che deve e può prendere l'iniziativa, la minoranza di

chi condivide queste poche ma chiare idee, deve ora muoversi prima che sia troppo

tardi.

Siccome dalle tendenze mediatiche si intravede solo che i politici si

preoccupano solo di passare da un'elezione all'altra, e ogni loro preoccupazione

reale consiste nell'assicurare alla propria famiglia di mantenere il cosiddetto

"CADREGHINO", il popolo della minoranza dei capi famiglia, anche se la famiglia è

composta da loro stessi e nessun altro, produttori dell'economia reale e stufi di

essere rapinati qua questo contorto quanto inutile sistema del magna magna e

dell'acchiappa acchiappa, ora devono provvedere ad imporre un nuovo sistema di

amministrazione pubblica.

L'architettura costitutiva italiana, pur solida e valida perché dura da

diversi anni, deve essere sottoposta alla sua completa applicazione reale, senza

freni o decretazioni frenanti, ogni iniziativa popolare volta ad esprimere volontà

universali come quella del referendum sulla riduzione del finanziamento pubblico ai

partiti.

Si plaudano i partiti che applicano tra loro la rinuncia di questo

finanziamento pubblico, perché danno segno dio estrema coerenza in tempo di crisi.

Si favoriscano tutte le forma di applicazione della costituzione volte a

rilanciare l'economia in modo positivo.

Si rivedano, si frenino, si correggano si riformino immediatamente tutti gli

eccessi di spesa rispetto le scarse produttività, favorendo le buone, necessarie,

fiorenti, e brillanti produttività che dimostrano un ottimo rapporto qualità/prezzo

sociale pagato dalla collettività.

Per far questo si istituiscano immediatamente agenzie specializzate di

report trasparente leggibile dall'uomo comune buon padre di famiglia anche

analfabeta, che evidenzino secondo una formula contabile concordata con il team di

questa commissione popolare costituenda,  le eccessività o i virtuosismi dei

rapporti / qualità resa e costi sostenuti - gravati sulla comunità, di ciascun ente

pubblico, direttamente facente parte degli apparati governativi statali, regionali,

provinciali, comunali, militari, governativi classici, ma anche di quelli

direttamente collegati, quali sanità, istruzione, previdenza, banche, giustizia,

esazione, e fisco.

Si provveda poi a selezionare tutto ciò che serve da tutto ciò che non può

servire nello stato in cui si trova, e lo si separi da tutto ciò che è invece

utilmente attivo ed utilizzato dalla società.

Si provveda a classificare, classificare, giustificare insomma tutti ciò che

non serve per il suo stato di attuale inutilità sociale e lo si ripensi in modo di

poter trovare la sua futura ricollocazione in una formula di rilancio che trasformi

la sua attuale inutilità in una futura utilità sociale.

Si provveda a promuovere il riassetto dei luoghi aperti al pubblico, e gli

uffici svolgenti attività pubblica, dando loro un'immagine aperta e non chiusa,

serena e non contratta, ordinata e non disordinata, ma soprattutto positiva e non

negativa, volgendo tutte le caratterialità direttive ed impiegatizie del settore

pubblico verso un atteggiamento coscientemente e sinceramente più aperto verso il

pubblico che deve servire.

Si provveda a studiare procedure che minimizzino i tempi procedurali sino

alla loro decimazione invece che verso la loro costante amplificazione, come si

verifica nello stato attuale, in quasi tutti gli uffici pubblici e para-pubblici.

Si provveda a fornire ciascun individuo dei mezzi necessari al mantenimento

della propria dignità a far data immediata, provvedendo a creare politiche

altamente incentivanti i nuovi contratti lavorativi nell'immediato, anche se a a

costo di acquisirne le risorse relative attingendone le risorse a scapito delle

attuali eccessive formule previdenziali, invero impossibili e irraggiungibili e

quindi di fatto insostenibili da parte della società.

Si provveda infine a creare degli organi di sorveglianza costituiti dalle

stesse agenzie di rating statale all'uopo create, al fine di mantenere costanti i

ritmi di ottimizzazione di tutti i ministeri, minimizzati, e di favorire quindi la

creazione tendenziale di un avanzo di bilancio piuttosto che un deficit.

Queste ed altre considerazioni è necessario adottare, perché in difetto,

nessuno potrà sostenere il confronto verso i propri figli quando ci chiederanno?

Papà, perché abbiamo perso l'Italia che era nostra da ormai tanti anni?

Istituzione F.L. Cinisello


sabato 11 agosto 2012

Vetralla Cura I Turisti

Giunto davanti al sagrato in prossimità della porta della chiesa di santa Maria del soccorso di Cura mi accingevo a far entrare la vecchietta da me accompagnata nel luogo di culto raggiunto. Dove altro avrei potuto parcheggiare se non nella pertinenza ecclesiastica? Ma uscito in attesa che la persona finisse il suo raccoglimento, recatomi al bar da Cancellieri antistante per un cappuccino, le bariste, indaffarate per i molti clienti, mi avvisavano che una vigilessa mi stava facendo la multa. Uscii subito per chiedere spiegazioni ma .. Voila la persona aveva già lasciato il foglietto rosa e si era dileguata.. Ecco che cercatala la trovai e chiesto spiegazioni mi venne risposto che esisteva divieto di sosta su tutta la piazza... - ma io ero sul sagrato della chiesa e non sulla piazza pubblica - non ci fu niente da fare e quindi spostai la macchina un po più avanti... Ma ecco che la vigilessa mi incalzava.. Nonostante avessi spiegato che avevo la vecchietta in chiesa e i soldi vicino al cappuccio.. Non mi consentiva di lasciare li la macchina.. Dove era appena andata via un'altra macchina parcheggiata.. Ove non sussisteva nessun segnale orizzontale e oltre la fantomatica piazza non meglio delimitata e indetificata. Lasciato il mio mezzo per un momento mi recai ostinatamente a recuperare almeno soldi e cappuccio ma ecco che la feroce vigilessa entro nel bar da Cancellieri e ad alta voce mi intimava di spostare la macchina.. Ecco che allora mi precipitai fuori esclamando alle bariste: "non farete molti affari di questo passo".. E poi rimossi la mia vettura come ordinatomi. Tutto ciò non apparirebbe stranissimo se non per il fatto che io nei quaranta anni precedenti avevo sempre parcheggiato in quei luoghi e in quei modi senza aver mai intralciato nessuno e senza aver mai preso biasimo da chicchessia.
Nel giorno seguente tornai a Cura per entrare in farmacia e sostai in questo luogo periferico rispetto la piazza per il tempo necessario a prelevare i farmaci occorrenti.. Ma ecco che da lontano scorsi la impavida vigilessa dirigersi a passo risoluto verso la macchina per multarla... Allora prevenni il fatto spostando la vettura in altro luogo davanti ad un bar.. Ma tutto inutile, la vigilessa continuava a muovere a passo sempre più minaccioso verso di ne: mi aveva preso di mira ...
Questo racconto é per dare l'idea di quanto pessime siano le direttive date dai dirigenti comunali o di quelli della polizia locale alla propria dipendente: hanno trasformato letteralmente un posticino notorio per la sua tranquillità e proverbiale accoglienza in un covo di serpi agguerrite verso il turista che porta loro solo soldi. Niente di più controproducente verso i contribuenti che presto vedranno le loro mete commerciali disertate per questa incivile caccia al turista bisognoso delle infrastrutture di parcheggio inesistenti.
Trattandosi di comportamento capestro e coattivo sarebbero ravvisabili gli estremi di una forma di truffa pilotata verso il turista, che attratto dai negozi e dalla chiesa senza pero infrastruttura di parcheggio abilitata e sufficiente, si vede poi multato anche per la sua semplice fermata.

Inviato dal mio smartphone BlackBerry®
www.blackberry.com

mercoledì 18 luglio 2012

I: Burocrazia borbonica italiana: il vero cancro dell'economia

Inviato dal mio smartphone BlackBerry®
www.blackberry.com

-----Original Message-----
From: faccionet@gmail.com
Date: Wed, 18 Jul 2012 11:11:09
To: <faccionet.retedi@blogger.com>
Reply-To: faccionet@gmail.com
Subject: Burocrazia borbonica italiana: il vero cancro dell'economia

Italia imrpdottiva somma le ore lavorate di Germania e Francia e produce meno di Spagna.
Oltre crisi bancaria, giustizialismo borbonico, iper burocrazia fiscale, appalti, informatica, e su informazione e istruzione, sindacale, partitica, politica, associazionistica, commercialistica, ecc. ha come cancro economico fondamentale l'ineffettivita' del lavoro svolto. La gente somma in busta presenze, errori, danni, assenteismo, inutilità causate alla propria azienda o ente pubblico come fosse una cosa normale. Le aziende dopo l'essere colpite da tassazione sociale complessiva superiore a qualsiasi possibile giustificazione logico-aritmetica lo è anche dal malcostume delle ore - dipendente pagate il doppio se non il triplo del dovuto. Se a ciò si somma l'industria del fallimento architettata per far chiudere le aziende sane senza vero motivo per per fomentare l'industria della truffa, o delle start up o dell'invasione straniera promossa dalle regioni, non si intravedono prospettive accettabili dagli imprenditori onesti e indifesi.
Il trend dell'uccisione delle pmi continua anche per favorire lo sviluppo delle società quotate in borsa che devono tendere ad una crescita continua obbligata richiesta dai parametri-locomotiva inventata dagli strateghi tedeschi di Basilea. Se pensiamo infine che siamo obbligati dal contratto Prodiano a pagare un debito secolare mai pagato prima da nessuno stato, in solo pochi anni, eletti per una strana coincidenza, tra i pochi paesi a doverlo fare per primi, e con un valore delle proprie quote sociali dimezzato rispetto a quello della Germania, si chiude il quadro di prevedibilità catastrofica certa ancora da avvenire che investirà il nostro paese. Le riforme vere devono tendere a correggere questi valori e non solo il compitino dei conti in ordine svolto dai governi tecnici o meno. L'apartiticita' e la democrazia diretta di rete sono gli uniici strumenti che potranno correggere i nostri questi nostri cancri che altrimenti resterebbero perenni. E inutile che il Borbonico Napolitano critichi il dilettantismo dei politici della sua repubblica burocratica borbonica, é per primo lui che non si rinnova e che non compie riforme negli apparati da lui presieduti quale giustizia ed esercito. Prova ne sia la sua decisione di dare nulla osta sul vendere le caserme agli stranieri per farne alberghi. Ef
Inviato dal mio smartphone BlackBerry®
www.blackberry.com

giovedì 12 luglio 2012

Inoltra...


Alzi la mano chi sa che presso i Comuni è possibile firmare per un
Referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari
(Art. 2 L. 31/10/1965, n. 1261).
Ben pochi, credo.
Si tratta di un referendum, si, l'ennesimo referendum che però
ha un fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica.
La raccolta firme si concluderà il 30 luglio 2012
(termine per la presentazione al Comitato promotore 31/07/2012).
Cosa occorre fare? Nulla di più semplice: recarsi presso il proprio Comune ed andare a firmare.
Provate però anche a domandarvi come mai questa notizia non è passata sui giornali.
Ci sarà un connubbio tra i finanziamenti elargiti alla carta stampata e la casta politica?
Meditate gente.
Nel frattempo, con qualsiasi mezzo,DIFFONDETE LA NOTIZA! 
E poi dopo fate un salto in Comune.
Ci vogliono 500.000 firme altrimenti avremo perso l'ennesima buona occasione
per agire concretamente.
Ma attenzione, la notizia è poco nota e quindi dovete diffonderla!
Se condividete questa iniziativa andate a firmare all'ufficio ELETTORALE
 Cordiali saluti

lunedì 9 luglio 2012

Parlare-decidere-fare

E' assolutamente cretino essere tenuti in gabbia da poche persone che meriterebbero di solo essere socialmente evirate.

Anni di attesa per una banda larga che non arriva mai, anni di attesa per un social conference esistente in cina da secoli come imqq, che in Italia non sbarca mai. Anni di attesa per un servizio luce, gas acqua onesto e non depauperante. Anni di attesa per un servizio telefonico unico e pulito come quello della vecchia stipel, che è stato ammazzato dai piranhas del marketing di accenture che hanno fatto pagare milioni di consulenze a telecom per isolarci nell'arena caotica delle offerte in libera concorrenza, inutili e incomprensibili.

Ma da chi siamo pilotati, da sadici sociali che vogliono solo mettere in difficoltà anziché semplificare il sociale? Solo perché quella italiana è una civiltà pacifica ed onesta fatta di generazioni specializzate nel lavoro e non nella traduzione di termini contrattuali astrusi, incomprensibili e soprattutto basati su servizi inconsistenti, mal ricevuti, e mal gestiti?

L'Italia è il paese del cartello del cartello del cartello. Poveri intermediari inutili della sostanza altrui che si interpongono sino a tre livelli tra il prodotto e il consumatore. Privati direte voi? No statali, oppure dirigenti di aziende appartenenti ai poteri forti detentori dell'oligopolio del dominio della nostra nazione:

1 -  mediavisivi, 2 - telefonici, 3 - industriali, 4 - politici, 5 - giuridici, 6 - fiscali, 7 - medico-farmaceutici,  8 - ludici, 10 - artistici,  11 - previdenziali, 12 - statalisti-amministrativi, 13 - statalisti-insegnanti, 14 - industriali-alimentari, 15 - industriali-non-alimentari. 

Ognuno di questi poteri contribuisce a serrare cartelli contro la libertà individuale e la formazione degli individui. Con la perenne sottomissione delle persone essi ottengono il mantenimento del loro cartello e dell'insieme della macchina di controllo.

Le altre classi popolari quali 16 - Lavoratori-laureati, 17 - lavoratori-non-laureati, 18 - PMI-alimentari, 19 - PMIi-non alimentari, 20 -Grandi-logistici-distributivi, 21-piccoli-logistici+distributivi, 22 - reti di artigiani-specializzati, 23 - artigiani - indipendenti, 24 - altri autonomi, 25 - agricoltori-pastori . 26 - cooperrative-sociali  sono tutte classi non ben rappresentate e non ben tutelate nel parlamento nazionale d europeo.

Ora, in un clima di repressione come quello Montiano, ove nessuno può neanche più esprimere la propria opinione altrimenti fa calare lo spread (Squinzi) io direi anche basta su tutto questo.

In un paese ove un comico (Grillo) ha il potere di mobilitare la massa ingenua continuando a ripetere - hanno paura di noi - che non valuta nemmeno in minima parte lo strapotere tenuto dal pool  di poteri forti che ci domina in sinergia con i poteri forti internazionali della global governance, ed in più non sa da che parte cominciare a dare forza alla gente comune che gli dona cibo fatto con le proprie mani anziché comprato o anziché contributi di partito, è giunto il momento di far scoccare la scintilla.

Eccola qua: tobin tax mondiale, votazioni democratiche gestite dai bar di Lottomatica, nuova costituzione mondiale - altro che secessione: votazioni in rete mondiale, eliminazione dei filtri di internet, eliminazione delle intercettazioni  telecom-giuridiche. 

Il potere siamo noi che abbiamo le idee.

Parliamo, decidiamo, facciamo. Parliamone, subito, sempre, tanto e con tutti.

E,F. 9-7-2012

Non c'è più tempo da perdere e il populismo senza idee non serve a niente: che ognuno di noi tiri fuori le sue idee.


giovedì 24 maggio 2012

Succede...

Perché tutto ciò che dico, penso, faccio, scrivo, in questi giorni di protesta contro lo Stato sembra che venga, ripetuto, fatto.. Da giornalisti, personaggi, persone? Forse che io abbia detto qualcosa di veramente condiviso sui miei blog peraltro non famosi? Tutti ripetono dopo che io le ho dette cose rivoluzionare contro gli effetti lesivi del fallimento bancario mondiale? Tutti lo scrivono e ripetono all'unisono ciò che ho scritto declamando gli errori governativi? Moltissime persone stanno perdendo la testa con vandalismi. omicidi, suicidi ed attentati tristi ed ingiusti... Che hanno però tutti qualcosa in comune ovvero la voglia di protestare e fermare le ingiustizie delle istituzioni.. I gesti folli e pazzi di coloro che compiono stragi ed attentati quali dimostrazioni di potenza folle che vuole forse solo dimostrare una  folle reazione contro l'insofferenza provata anche se puntata verso persone innocenti che comunque  ignorano il malessere generale o di qualcuno,  proseguendo il proprio lavoro, o la propria vita... E solo per questo ritenuti colpevoli di non fermare ciò che la loro attività stia comunque, per qualcuno, danneggiando...  Persone che possono essere facilmente eliminate solo  per pura  rappresaglia mafiosa o neo nazista... Che possono essere improvvisamente stroncati da frange sociali folli e disumane che non conoscono altro modo di protestare contro alcune classi sociali se non quello di provocare clamorosi dolore e distruzione sociale.. Attraverso stragi o attentati che siano esempio di crudeltà e sacrificio..
Inviato da BBEF 

domenica 6 maggio 2012

Antroposofia


QUELLO CHE NON HO
a cura di Ermanno Faccio
Piccolo compendio richiesto e proposto a Fabio Fazio e Roberto Saviano per la nuova trasmissione omonima
Queste brevi note antropoligiche potrebbero apparire scontate per coloro che, come sicuramente gli stessi conduttori televisivi, godono di una condizione sociale privilegiata, ma si pensi bene che queste carenze interessano in realtà, la maggior parte delle persone in Italia e nel mondo, e conoscerle, diffonderle e promuoverne la discussione ne favorirebbe la soluzione.
mangiare bene
non sto più cucinando quello che voglio, tutti mi danno prodotti ai supermercati, cibi pronti, cibi ai ristoranti, la ricetta della nonna è poco usata. Non so poi se i miei figli ritroveranno la voglia e la passione di coltivare un loro orto per conoscere il miracolo dell’eden che dio aveva originariamente assegnato ad Adamo perché avesse tutto ciò che bastava per mantenersi. La perdita di contatto con le cose semplici ma fondamentali è un bene prezioso che deve essere tramandato e che deve essere reso culturalmente diffuso a livello didattico nelle sedi scolastiche e  e nelle classi più adatte ed opportune onde non venga perduta la conoscenza di come si provvede alla propria autosussistenza attraverso il miracolo della natura.
Privilegiare queste conoscenze a quelle del giudizio, dell’artificiosità, del conto, e dell’amministrazione è regola fondamentale per sanificare le menti future che proseguiranno questa società, che devono conoscere le ragioni dell’autosussistenza prima di giudicare, creare, contare, o amministrare i propri simili. Uomini e donne compresi.
lavorare
L’uomo ha bisogno di costruire i propri ripari i propri mezzi e i propri miglioramenti.
Questo istinto è innato le donne devono collaborare con l’uomo in questo prestando la loro svelta abilità nel particolare presente, a favore dell’abilità maschile nella fermezza e nella sana progettualità a lungo termine.  
l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Ma nessuno sa più cosa significhi bene questa parola. Lavoro è insieme parola di derivazione latina che indica l’attività che viene intrapresa da ogni persona che voglia prepararsi qualcosa di utile nella propria giornata  dal momento che si sveglia, ma ha anche un significato scientifico descritto scientificamente nella fisica elementare.  Questo concetto di fisica è riassunto in questi semplici schemi mnemonici che definiscono la nullità di un lavoro: 1) “se prendo una valigia d’oro e la porto al terzo piano ho svolto un lavoro, ma se questa valigia non fermandomi al terzo piano la riportassi a terra avrei svolto un lavoro nullo” (!anche se ho faticato ed ho trascorso il mio tempo!). Oppure “Se io nella mia vita costruisco una casa e riesco a pagarmela, ma poi per colpa di qualsiasi motivo io sono costretto a venderla, alla fine della mia vita avrò svolto un lavoro nullo”. Questi concetti servono a spiegare agli italiani che svolgono lavoro nelle aziende private e pubbliche che non esiste solo il problema dell’assenteismo quale malcostume che genera il recesso della produttività nazionale. Il ben più grave ed occulto problema è quello dell’inutilismo del nostro lavoro e quindi dalla nullità del medesimo causato da frequentissimi errori lavorativi, rifacimenti di commesse o commissioni, restituzioni di merci, redazioni, progetti perché inutilizzabili, su cui nessun contratto di lavoro collettivo nazionale ha mai calcolato gli oneri lasciandoli iniquamente tutti a carico dell’imprenditore sia civilisticamente che fiscalmente. Se questa carenza di legislazione venisse corretta introducendo il parametro della produttività quale unico parametro di misura remunerabile, allora avremmo il rilancio dell’efficienza delle imprese e delle persone.
spendere
spendere la propria vita anche nel giusto tempo di ozio che giustifica il piacere di essere venuti al mondo contro il concetto di schiavitù verso il tempo che le affermazioni di necessità di crescita continua ci vorrebbero imporre. Spenderla per i propri hobbies ricreativi è altrettanta cosa sana come riconosciuto da tutti.
coccolare
ricevere coccole è una delle attitudini  antropologiche fondamentali. Da qui nascono gli amori, le famiglie, la vera crescita etnica che non deve farci ricorrere necessariamente alle aperture all’immigrazione fatte negli ultimi anni per assenza di crescita demografica sufficiente. La donna italiana deve tornare all’umiltà di questa consapevolezza troncando il malcostume del separatismo legale lanciato dall’industria del fallimento imprenditoriale e familiare italiana sviluppata abnormemente  nell’ultimo decennio dai i tribunali. L’esegesi e l’eidetica della corsa al divorzio per passare al marito più benestante o al mantenimento gratuito portano alla spiegazione della rinuncia al matrimonio a priori da parte dell’attuale generazione di giovani maschi in tutta Europa, ma soprattutto in Italia. 
procreare
L’altra necessità antropologica è ovviamente la rimessa di tutto ciò che si è ricevuto durante la vita ai propri eredi, non solo per una esigenza logistica e di registrazione fiscale, bensì per la certezza di poter trasferire il proprio sapere, la propria cultura provenuta alle nostre orecchie in recitazione diretta dai propri genitori e nonni. Questa cultura è il vero tesoro, quella del saper fare e del saper giudicare rispetto moltissime situazioni che i nostri avi ci hanno tramandato, permettendoci con esse di poter sviluppare le nostre carriere o addirittura le nostre aziende, che anche noi vorremmo venissero proseguite da nostri degni eredi e prosecutori di ciò che abbiamo costruito.
protestare
In qualsiasi ogni persona può sentire il bisogno antropologico di esternare e manifestare le proprie idee sebbene conosca siano contrarie ad idee altrui o idee anche solo precedentemente concordate. In questo periodo più che mai moltissima gente, invece, non riuscendo a trovare i canali ove le proprie ragioni possano essere messe subito in esame ed eventuale accoglimento nei casi di urgenza
ha visto lo svilupparsi addirittura dei suicidi pubblici quali unici mezzi di protesta possibili. Questo è il problema più grave dell’uomo: poter protestare in qualsiasi momento svolgendo attraverso la propria comunicazione un atto di democrazia diretta che i propri rappresentanti votati dovrebbero valutare immediatamente per evitare episodi di disperazione a cui abbiamo recentemente dovuto assistere. E’ nostra responsabilità non immettere nel sistema esecutivo questa importantissima funzione democratica che potrà prevenire i casi disperati già detti nelle  generazioni future. Attualmente i nostri rappresentanti politici invece, già prima di essere eletti partono per un’altra dimensione quasi divina, distaccandosi addirittura anticipatamente alla loro elezione dai loro elettori, eleggendosi ad un livello di elevazione spirituale nell’estasi del preassaporamento del proprio potenziale successo. Dopo eletti addirittura scompaiono e chiunque debba rivolgersi a loro si trova di fronte ed uffici di segreteria impenetrabili, oppure, nei casi fortunati, a sessioni di ricevimento apparentemente cordiali, ma in cui l’ascolto del problema non viene praticato e l’elettore viene sistematicamente licenziato per impegni successivi al massimo dopo cinque o sei minuti di ascolto infruttuoso, che non darà seguito a nessuna risposta risolutiva del problema segnalato. Basta. Quello che manca è proprio una nuova regolamentazione delle responsabilità degli eletti, altrimenti rinunciamo agli eletti e passiamo a strumenti informatici di sola democrazia diretta.
Grazie per l’ascolto, vediamo che farete di queste mie perle.
Un caro saluto a tutti voi.
Ermanno Faccio - faccio.org - 3488058279

Discussione del programma M5S

Programma M5S: da qui partire per integrare ed arricchire questo buon punto di partenza.
Oggi riporto su questo blog il programma pubblicato sul sito bepperillo.it suddiviso in temi.

Indice Capitoli
Stato e cittadini
Energia
Informazione
Economia
Trasporti
Salute
Istruzione

PROGRAMMA


STATO E CITTADINI

L’organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente.
Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere
il candidato, ma solo il simbolo del partito. La Costituzione non è applicata. I partiti si sono
sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.
• Abolizione delle province
• Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti
• Abolizione del Lodo Alfano
• Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico
• Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
• Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione
dopo due anni e mezzo
• Divieto per i parlamentari di esercitare un’altra professione durante il mandato
• Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali
• Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato)
• Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
• Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web,
come già avviene per Camera e Senato
• Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action
• Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
• Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa
popolare
• Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria
• Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i
commenti dei cittadini.
                           
ENERGIA
   
Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici
si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato
calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di
recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri
cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel
riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano. Utilizzando
l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello
corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5
litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di
gasolio, o metri cubi di metano,  al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti,
una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le
sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve
articolarsi  nei seguenti punti:
• Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla
direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici
• Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la
concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di
edifici esistenti
• Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio
edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
• Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di
ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a
spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava
                       
• Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini,
come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo
standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del
55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di
produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale
energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione
termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente,
sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse
fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei
Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si
spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire
nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli
sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta
viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali).
Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi
impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica
energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve
articolarsi nei seguenti punti:
• Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti
fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire
dagli edifici più energivori: ospedali, centri com-merciali, industrie con processi che utilizzano calore
tecnologico, centri sportivi ecc.
                                            
• Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti
di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti
rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW
riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
• Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica,
anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
che essi comportano
• Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al
loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
• Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento
della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
• Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare
le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del
legno proveniente da raccolte differenziate ed esclu-dendo dagli incentivi la distribuzione a
distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
• Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.


INFORMAZIONE  


L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il
controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive
antidemocratiche. Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli
interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del
singolo. L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino
non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di
consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
• Cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
• Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
• Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da
alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
• Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
• Abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui
ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
• Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun
soggetto privato, l’azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
• Abolizione dell’Ordine dei giornalisti
• Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
• Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai
partiti
• Abolizione della legge Gasparri
• Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale

• Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia,
e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore
telefonico
• Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete
• Eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento alla rete fissa
• Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee
• Tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo
soggetto economico privato
• Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni
• Abolizione della legge Urbani sul copyright
• Divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a
società editoriali
• Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso
importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in
anticipo in via cautelare all’atto della querela)
 • Abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all’accesso wi fi.
                     
ECONOMIA E POLITICA

• Introduzione della class action
• Abolizione delle scatole cinesi in Borsa
• Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società
quotate
• Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
• Abolizione della legge Biagi
• Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente
mercato interno
• Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
• Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una
compartecipazione alle eventuali perdite
• Impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se
questa si è resa responsabile di gravi reati
• Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
• Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle
aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
• Abolizione delle stock option
• Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset,
Ferrovie dello Stato
• Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi
europei
• Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e
con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai
servizi senza bisogno di intermediari

• Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come
amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa
• Favorire le produzioni locali
• Sostenere le società no profit
• Sussidio di disoccupazione garantito
• Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia).

• Disincentivo dell’uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane
• Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana
• Istituzione di spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette
• Istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane
• Introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un
solo occupante a bordo
• Potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car
sharing) con motori elettrici alimentati da reti
   • Blocco immediato del Ponte sullo Stretto
    • Blocco immediato della Tav in Val di Susa
• Proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane
• Sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo
• Copertura dell’intero Paese con la banda larga
• Incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro
• Sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblici
• Incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet
• Incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio
• Corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane
• Piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.
                     
                       
TRASPORTI            

L’Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universali. Due fatti
però stanno minando alle basi l’universalità e l’omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la
devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento e accentua le
differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico. Si tende inoltre ad
organizzare la Sanità come un’azienda e a far prevalere gli obiettivi economici rispetto a quelli di
salute e di qualità dei servizi.
GRATUITÀ DELLE CURE ED EQUITÀ DI ACCESSO
• Garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale universale e
gratuito
• Ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali
• Monitorare e correggere gli effetti della devolution sull’equità d’accesso alla Sanità
FARMACI
• Promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai
farmaci “di marca” (che in Italia costano spesso di più che all’estero) e più sicuri rispetto ai
prodotti di recente approvazione
• Prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come
avviene ad esempio in Gran Bretagna)
                       
SALUTE                        

Informazione sulla salute
• Programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei
farmaci, sui loro rischi e benefici
• Politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo
consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione
delle malattie) e l’automedicazione semplice
• Informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e
sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva),
ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali
• Sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità,
volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio

MEDICI per la salute

• Proibire gli incentivi economici agli informatori “SCIENTIFICI” sulle vendite dei farmaci
• Separare le carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a un medico che lavora in
strutture pubbliche di Operare nel privato
• Incentivazione della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti massimi
alle tariffe richieste in sede privata
• Criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari


ORGANIZZAZIONE per l a salute

• Liste di attesa pubbliche e on line
• Istituzione di centri unici di prenotazione on line
• Convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on line
• Investire sui consultori familiari
• Limitare l’influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione
dei consigli di amministrazione
• Allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore. In particolare per l’uso degli oppiacei (morfina e
simili)


RICERCA per la salute
• Possibilità dell’8 per mille alla ricerca medico-scientifica
• Finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare
• Promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate
alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti
• Promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all’estero in assenza di strutture
nazionali
• Introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale,
la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei
trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione

AMMINISTRATORI PUBBLICI per la salute
• Eliminazione degli inceneritori
• Introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e
nazionali che comportano malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori
pubblici (ministri, presidenti di Regione, sindaci, assessori).
                       
                         
ISTRUZIONE


• Abolizione della legge Gelmini
• Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti
• Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via
Internet in formato digitale
• Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo
• Abolizione del valore legale dei titoli di studio
• Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica
• Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti
• Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri(obbligatorio in caso di richiesta di
cittadinanza)
• Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie
• Investimenti nella ricerca universitaria
• Insegnamento a distanza via Internet
• Integrazione Università/Aziende
• Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti
                         

mercoledì 25 aprile 2012

Dipendere dal fuochista?


Caro collaboratore, cara collaboratrice.. Come datore di lavoro non devi proprio considerarmi. Considerami invece come compagno ed organizzatore del viaggio su una barca a vela di cui tu sei fiocchista ed io timoniere. Io non ti do lavoro. Se vogliamo arrivare tu cazzi la randa e io tengo la direzione. Ogni tanto ti faccio tenere il timone, ma tu me lo restituisci sempre. Preferisci cazzare la randa e lascare il fiocco. E quando siamo sulla mia locomotiva tu vuoi infilare la legna nella caldaia, ed io devo sempre fare il conduttore. Quando siamo sul mio aereo, tu vuoi riempirlo di carburante o servire i passeggeri, ma io devo sempre pilotarlo. Devo acquistare io il mezzo, il carburante, pagare le manutenzioni, e gestirne la guida... Tu vuoi solo e sempre partecipare al viaggio. E quando il viaggio non è ancora concluso tu magari mi dici che hai fame, sete e mi chiedi quando arriviamo, quando arriva la paga. Ma non consideri che io sto viaggiando con te e mi sto accolando la responsabilità del medesimo. Senza di te non potrei arrivare lo so, ma tu sembri non sapere che senza di me non saresti mai partito. E se capita un incidente, finisce la benzina o il vento, se si rompe il mezzo, è sempre colpa mia. 40 anni a pagare, bollette, tasse, associazioni, professionisti, sentenze pazze, cartelle usurarie, aggiustarti la fotocopiatrice e il computer che si rompre, ricomprarti il toner... Il muletto, rifare le vetrine.. Il negozio.. Acquistare nuove attrezzature.. Pensare nuove campagne.. Sempre io.. E tu.. Semplicemente al mio fianco. E con la crisi, privarmi del mio stipendio per darlo a te... Resistere per portarti alla pensione alla quale sei quasi arrivato e che io invece.. Non avrò mai.. Perchè Per sentirmi dire che .. Con tutti i soldi che ti devo... Ti faccio ridere se ti indico che mi hai fatto perdere qualcosa.. 10 euro Per il tuo ennesimo errore.. Per la tua trascuratezza.. La tua leggiadria di non essere mai responsabile se non della perenne sfida a resistere con te che mi hai lanciato tutti i giorni della nostra vita insieme... E che ho sempre raccolto.. Per lo spirito innato dell'agricoltore che vuole raccogliere i frutti da distribuire a tutti... Per l'istinto innato del capoclan che vuole che i propri collaboratori stiano sempre bene.. E come non perdonarti? Per l'ennesima volta io ti perdono come ho sempre perdonato i cinquanta dipendenti avuti che volandosene via mi hanno regalato il loro ricordo azionando avvocati.. O migrando da concorrenti.. Chi più stoico e stronzo di me nello stesso tempo per voler ancor oggi superare la burrasca creata dall'uragano Euro? Chi più folle di me che speri si salvarsi nel mare in tempesta ove banche, governatori e giudici vogliono far naufragare tutte le aziende? Chi più inconzapevole di me che tutte le sere cenando pane ed erba guarda il telegiornale sperando che il Presidente della propria nazione republbicata costituita sul lavoro pronunci una sola parola a favore di coloro che come me hanno mantenuto in tutti questi anni, banche, politici, giudici e statali?
La riforma del lavoro deve essere questa: coloro che lavorano devono considerarsi componenti responsabili del viaggio e non semplici marinai che amano ammutinarsi contro il proprio capitano, quando il vero problema è l'oceano euro in tempesta grazie a coloro che lo agitano furbescamente.
ermanno f.

domenica 22 aprile 2012

L'ARIDO PROFILO DEL GOVERNO ITALIANO

In questo fumetto pubblicato su http://www.bastardidentro.it/index/56, sono riassunte le tecniche Montiane, adottate verso il popolo italiano. Non ci voleva persona migliore per farci incazzare tutti. E uno che fa incazzare, non è la soluzione che cercavamo. La sensibilità di Monti e del suo governo composto da parenti della famiglia Addams, è pari a zero. Lui non sente nulla, non distingue le persone nelle loro peculiarità.  La sua e la loro esistenza e venuta al governo non sono state delle benedizioni di Dio  ma una calamità. Lui e loro non si rendono ancora conto di non aver mai fatto realmente niente nelle loro carriere niente per rendere  migliore il mondo che li circonda. Solo fallimenti bancari, dell'istruzione, dell'economia. E per questo lui e i suoi apostoli portano al mondo tutta la loro invidia, la loro gelosia, predicando a tutti la loro brama di crescita, di competitività, di potere ma soprattutto di imposizione di un metodo fiscale violento e sanguisuga verso coloro che lavorando sono riusciti a produrre ogni giorno della loro vita, qualcosa di reale. In realtà costoro, i Montiani, non hanno mai saputo fare nulla per crescere davvero, per divenire consapevoli delle peculiarità di ognuno, più amorevoli verso il prossimo, più estatici, più creativi economicamente parlando - hanno solo saputo tartassare il popolo come avrebbe potuto fare l'ultimo dei galeotti ladroni -, più intelligenti, più dialoganti con le parti. Come tutti i bancari, essi hanno saputo e sanno solo rendere il mondo un campo di battaglia, come fossero assetati della sofferenza altrui, rendendo anche i propri clienti ed adepti assetati di sofferenza altrui. Hanno saputo e sanno solo togliere agli uomini ai loro stessi dipendenti, ai loro clienti verso i terzi in difficoltà la loro umanità originaria, con la quale si comprendeva e si aiutava il prossimo in difficoltà tendendo verso di lui la mano ausiliaria pubblica, collettiva e solidale con i più deboli.
Hanno saputo e sanno solo contribuire a far cadere l'uomo al di sotto della sua umanità, e perfino più in basso degli animali. Il loro fiore umano non sboccerà mai e gli uccellini non cinguetteranno mai vicino loro. Per loro sarà sempre meglio crocefiggere Gesù e avvelenare Socrate in modo di non doversi sentire spiritualmente inferiori.

Ermann F.

martedì 27 marzo 2012

Milano metropoli 2015?



Ecco la relazione di un'agenzia compartecipata da comuni, provincia, regione, cciaa di milano, expo 2015, ecc. che ha costituito la pretesa di essere fulcro di chissa quale volano di iniziative coordinate dagli enti soci, per la preparazione di progetti innvoativi che portasssero le imprese italiane verso il grande appuntamento del 2015. Molte delle imprese che hanno provato ad avvicinarsi a questa struttura hanno ricevuto anziché sostegno, appoggio, e strumenti solo grandi strette di mano, illustrazioni di massima, e magari il preventivo intorno agli 8000 euro per aprire una pratica di studio di fattibilità di nuovo progetto, attraverso il personale della struttura.
Pur presentando budget, buisness plans, idee, fascicoli illustrativi, nessuna risposta, nessun seguito collaborativo, solo numeri di telefono e mail che non fanno seguire nulla di concreto ad una impresa che avesse voluto essere seguita a 360° come promesso, per prepararsi al 2015. Ma allora a cosa serve questa agenzia?

Riportiamo qui l'articolo integrale pubblicato su
http://affaritaliani.libero.it/milano/l-importanza-di-un-agenzia-140312.html 14/03/2012
da Carlo Lio, con il quale risponde a questa domanda.


MILANOITALIA 
L'importanza di un'Agenzia di Sviluppo
Mercoledì, 14 marzo 2012 - 13:12:00

di Carlo Lio
Amministratore Delegato Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo

Quando, nell’ottobre 2009, accettai il ruolo di Amministratore Delegato di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, sapevo bene di non potermi fare troppe illusioni.

Da una parte, infatti, l’eco della crisi che oggi si è manifestata in tutta la sua gravità, iniziava già da allora a evidenziare i suoi primi, e forse sottovalutati segnali.

Dall’altra, però, sapevo di fare da “timoniere” di un’Agenzia consolidata, che era stata capace negli ultimi anni Novanta di rilanciare l’intera area di Sesto San Giovanni, e contribuire così in modo significativo a guidare la trasformazione dell’intero Nord Milano verso un’economia più snella e allo stesso tempo moderna e tecnologica.

Sapevo dunque che c’era spazio non tanto per facili illusioni, quanto semmai per un lavoro coerente, serrato, dettato da un rapporto sempre più stretto e proficuo con gli attori socio-economici del territorio.

E su questa strada ho voluto indirizzare i miei primi passi: l’allargamento della base societaria di Agenzia, il suo passaggio a ente completamente pubblico, fino al rafforzamento del suo ruolo di “braccio operativo” non solo della Provincia di Milano, ma anche –  quasi per innata vocazione insita nel nostro stesso nome – dell’intera Area Metropolitana milanese.

In questo senso, il fatto di diventare società a prevalente capitale pubblico è stato dettato dalla necessità di adeguarsi alle nuove normative in atto e poter così operare meglio sul territorio. Non nego che questo passaggio cruciale abbia di fatto comportato una certa esposizione economica di Agenzia.

Tuttavia, anche per rasserenare chi, in queste settimane ha  sollevato il caso, posso assicurare che – proprio per il tipo di assetto societario che caratterizza Milano Metropoli – questa esposizione non ha gravato (e mai graverà) sui bilanci dei singoli Comuni che fanno parte del suo pacchetto  azionario.

Se mi guardo indietro, posso vedere un’Agenzia che in parte ha cambiato pelle, ma non certo la sostanza, fatta di rinnovamento continuo e di grande capacità di adeguarsi alle richieste che vengono da un mercato in crisi, e in cerca di soluzioni non facili di fronte a problemi ormai nazionali, se non proprio europei.

Un ruolo, questo, che oggi più che mai considero vitale proprio per affrontare le nuove sfide che abbiamo di fronte.

L’esperienza maturata in questi anni mi pone sotto gli occhi come nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in quelli del Sud del mondo, la via per una crescita economica e sociale passi anche attraverso la costituzione di Agenzie di Sviluppo. Strumenti che siano in grado di far da catalizzatore delle intelligenze e delle disponibilità economiche, politiche e sociali, in modo tale da convogliare le energie così raccolte verso obiettivi importanti e fondamentali sul piano economico e di sviluppo.

Questo, più di tante parole e prese di posizione, dimostra come oggi il ruolo di Agenzie come la nostra non possa essere sottovalutato. Anzi, pone l’accento su come il loro ruolo di intermediatore, di punto di giuntura e di  snodo tra i vari policy makers locali, regionali e macroregionali, possa e debba essere sfruttato a dovere.

Lungi dall’avere in mano una “bacchetta magica” magari invocata dai più, soprattutto ora che il futuro si confonde con la paura e lo smarrimento, Agenzie di Sviluppo come la nostra e come tutte quelle degli altri Paesi che intendiamo accogliere nel 2015 per la 3ª Conferenza mondiale a Milano, dimostrano ogni giorno la loro capacità di rilanciare il territorio, di fornire spunti per un serio rilancio economico e delle opportunità di lavoro, di dare voce alle migliori energie e intelligenze dei giovani perché possano tradursi in idee imprenditoriali innovative a 360 gradi.

Noi siamo dunque pronti a “rimboccarci le maniche”come invoca il premier Monti e chiunque insieme a lui abbia consapevolezza della reale entità dell’attuale crisi.

Lo siamo, così come lo siamo sempre stati in questi anni: partner dinamici, propositivi, finanche critici là dove necessario; non certo meri e miopi esecutori materiali delle volontà di chissà quale potere, finanche forte che sia.

Ma per farlo – anzi, per continuare a farlo – occorre che non venga meno quello spirito di fiducia e di collaborazione da parte degli attori del territorio.

Mai come ora ritengo pertanto importante che il ruolo di Milano Metropoli venga tenuto in debita 
considerazione, al fine di affrontare questa lunga  crisi con nuove soluzioni capaci di risultare alla  lunga realmente efficaci.

In questo senso c’è una data, una dead line che psicologicamente può essere posta di fronte ad ognuno di noi: il 2015.

Non solo perché rappresenta l’anno dell’Expo, ma anche perché può essere preso anche  punto
di riferimento per le azioni del governo nazionale, certo drastiche ma necessarie, volte a uscire dal buio della crisi.

Sarebbe infatti illusorio pensare che il 2012, o il 2013 possano rappresentare realisticamente l’anno del rilancio.

L’affossamento dell’economia europea e mondiale è tale che occorre più tempo.

Ecco allora che per il 2015 poniamo un’altra sfida: l’Expo come  punto di  arrivo del lavoro a cui anche noi abbiamo partecipato attivamente, ma anche punto di svolta, di inizio di una risalita a cui non vogliamo certo rinunciare e per la quale fin da oggi ci dichiariamo pronti a collaborare.

domenica 18 marzo 2012

Pilastri della società


Un Paese non è solo il suo territorio; il territorio non è che uno dei suoi domini. Il Paese confina e contiene la tradizione culturale che  sorge e si tramanda sul medesimo ad opera delle sue genti fondatrici; Chi pensa al proprio Paese ne ha pensiero d'amore e di comunione che lo stringe con tutti i figli di quel territorio, che valgono come coi  suoi fratelli. E quindi siamo avvisati che:
1 - Finché esista uno solo tra i nostri fratelli non sia più rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionale
2 - Finché esista che uno solo di essi resti abbandonanto dagli altri nell’errore, nell’ignoranza o nella mancanza di formazione professionale,  solo,  fra gli altri dotti e preparati
3 - Finché succeda che uno solo di essi, capace e desideroso di lavoro utile per sè e per gli altri - detto lavoro solo quello dell’azione compiuta, e non quello del tempo trascorso inutilmente e perso  coscientemente a danno di tutti - debba restare nell'umiliazione, per assenza di opportunità o continuità di lavoro, e in uno stato di miseria rispetto le altre classi sociali
4 - Finché avvenga che un solo Magistrato, esattore, ministro, fiscalista, sindacalista, amministratore, assicuratore sociale, coscientemente, a danno di un solo singolo o di tutti emetta o applichi Tasse, sanzioni, leggi, ordinanze, o sentenze di peso sociale o individuale ingiustamente letale per gli interessati, perchè di entità tripla od oltre rispetto il valore dell'oggetto da tassare, sanzionare, legiferare, ordinare, sentenziare, curando superficialmente di applicare la mera teoria della regola vigente, senza approfondire la comprensione della circostanza reale causale e consequenziale, generante il fatto umano e l'effetto reale consequenziale al suo giudizio
Noi non meriteremo più il Bel Paese che dovremmo ben gestire come tradizione ci ha insegnato, il Paese di tutti, il Paese per tutti. 
E allora lo perderemo quel Bel Paese che abbiamo ereditato e con esso i nostri figli e la loro fiducia in noi.
Il voto, l'educazione, il lavoro sono i tre primi pilastri fondamentali della economia di un paese sano. L'Equità ne è il quarto.
Ciascuno di noi NON DEVE AVERE RIPOSO finché questi pilastri,  non siano, per opera nostra, di ciascuno di noi, solidamente riinnalzati.
Non abbiamo bisogno di insegnamenti stranieri.
(based on a Mazzinian thought)