martedì 27 marzo 2012

Milano metropoli 2015?



Ecco la relazione di un'agenzia compartecipata da comuni, provincia, regione, cciaa di milano, expo 2015, ecc. che ha costituito la pretesa di essere fulcro di chissa quale volano di iniziative coordinate dagli enti soci, per la preparazione di progetti innvoativi che portasssero le imprese italiane verso il grande appuntamento del 2015. Molte delle imprese che hanno provato ad avvicinarsi a questa struttura hanno ricevuto anziché sostegno, appoggio, e strumenti solo grandi strette di mano, illustrazioni di massima, e magari il preventivo intorno agli 8000 euro per aprire una pratica di studio di fattibilità di nuovo progetto, attraverso il personale della struttura.
Pur presentando budget, buisness plans, idee, fascicoli illustrativi, nessuna risposta, nessun seguito collaborativo, solo numeri di telefono e mail che non fanno seguire nulla di concreto ad una impresa che avesse voluto essere seguita a 360° come promesso, per prepararsi al 2015. Ma allora a cosa serve questa agenzia?

Riportiamo qui l'articolo integrale pubblicato su
http://affaritaliani.libero.it/milano/l-importanza-di-un-agenzia-140312.html 14/03/2012
da Carlo Lio, con il quale risponde a questa domanda.


MILANOITALIA 
L'importanza di un'Agenzia di Sviluppo
Mercoledì, 14 marzo 2012 - 13:12:00

di Carlo Lio
Amministratore Delegato Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo

Quando, nell’ottobre 2009, accettai il ruolo di Amministratore Delegato di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, sapevo bene di non potermi fare troppe illusioni.

Da una parte, infatti, l’eco della crisi che oggi si è manifestata in tutta la sua gravità, iniziava già da allora a evidenziare i suoi primi, e forse sottovalutati segnali.

Dall’altra, però, sapevo di fare da “timoniere” di un’Agenzia consolidata, che era stata capace negli ultimi anni Novanta di rilanciare l’intera area di Sesto San Giovanni, e contribuire così in modo significativo a guidare la trasformazione dell’intero Nord Milano verso un’economia più snella e allo stesso tempo moderna e tecnologica.

Sapevo dunque che c’era spazio non tanto per facili illusioni, quanto semmai per un lavoro coerente, serrato, dettato da un rapporto sempre più stretto e proficuo con gli attori socio-economici del territorio.

E su questa strada ho voluto indirizzare i miei primi passi: l’allargamento della base societaria di Agenzia, il suo passaggio a ente completamente pubblico, fino al rafforzamento del suo ruolo di “braccio operativo” non solo della Provincia di Milano, ma anche –  quasi per innata vocazione insita nel nostro stesso nome – dell’intera Area Metropolitana milanese.

In questo senso, il fatto di diventare società a prevalente capitale pubblico è stato dettato dalla necessità di adeguarsi alle nuove normative in atto e poter così operare meglio sul territorio. Non nego che questo passaggio cruciale abbia di fatto comportato una certa esposizione economica di Agenzia.

Tuttavia, anche per rasserenare chi, in queste settimane ha  sollevato il caso, posso assicurare che – proprio per il tipo di assetto societario che caratterizza Milano Metropoli – questa esposizione non ha gravato (e mai graverà) sui bilanci dei singoli Comuni che fanno parte del suo pacchetto  azionario.

Se mi guardo indietro, posso vedere un’Agenzia che in parte ha cambiato pelle, ma non certo la sostanza, fatta di rinnovamento continuo e di grande capacità di adeguarsi alle richieste che vengono da un mercato in crisi, e in cerca di soluzioni non facili di fronte a problemi ormai nazionali, se non proprio europei.

Un ruolo, questo, che oggi più che mai considero vitale proprio per affrontare le nuove sfide che abbiamo di fronte.

L’esperienza maturata in questi anni mi pone sotto gli occhi come nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in quelli del Sud del mondo, la via per una crescita economica e sociale passi anche attraverso la costituzione di Agenzie di Sviluppo. Strumenti che siano in grado di far da catalizzatore delle intelligenze e delle disponibilità economiche, politiche e sociali, in modo tale da convogliare le energie così raccolte verso obiettivi importanti e fondamentali sul piano economico e di sviluppo.

Questo, più di tante parole e prese di posizione, dimostra come oggi il ruolo di Agenzie come la nostra non possa essere sottovalutato. Anzi, pone l’accento su come il loro ruolo di intermediatore, di punto di giuntura e di  snodo tra i vari policy makers locali, regionali e macroregionali, possa e debba essere sfruttato a dovere.

Lungi dall’avere in mano una “bacchetta magica” magari invocata dai più, soprattutto ora che il futuro si confonde con la paura e lo smarrimento, Agenzie di Sviluppo come la nostra e come tutte quelle degli altri Paesi che intendiamo accogliere nel 2015 per la 3ª Conferenza mondiale a Milano, dimostrano ogni giorno la loro capacità di rilanciare il territorio, di fornire spunti per un serio rilancio economico e delle opportunità di lavoro, di dare voce alle migliori energie e intelligenze dei giovani perché possano tradursi in idee imprenditoriali innovative a 360 gradi.

Noi siamo dunque pronti a “rimboccarci le maniche”come invoca il premier Monti e chiunque insieme a lui abbia consapevolezza della reale entità dell’attuale crisi.

Lo siamo, così come lo siamo sempre stati in questi anni: partner dinamici, propositivi, finanche critici là dove necessario; non certo meri e miopi esecutori materiali delle volontà di chissà quale potere, finanche forte che sia.

Ma per farlo – anzi, per continuare a farlo – occorre che non venga meno quello spirito di fiducia e di collaborazione da parte degli attori del territorio.

Mai come ora ritengo pertanto importante che il ruolo di Milano Metropoli venga tenuto in debita 
considerazione, al fine di affrontare questa lunga  crisi con nuove soluzioni capaci di risultare alla  lunga realmente efficaci.

In questo senso c’è una data, una dead line che psicologicamente può essere posta di fronte ad ognuno di noi: il 2015.

Non solo perché rappresenta l’anno dell’Expo, ma anche perché può essere preso anche  punto
di riferimento per le azioni del governo nazionale, certo drastiche ma necessarie, volte a uscire dal buio della crisi.

Sarebbe infatti illusorio pensare che il 2012, o il 2013 possano rappresentare realisticamente l’anno del rilancio.

L’affossamento dell’economia europea e mondiale è tale che occorre più tempo.

Ecco allora che per il 2015 poniamo un’altra sfida: l’Expo come  punto di  arrivo del lavoro a cui anche noi abbiamo partecipato attivamente, ma anche punto di svolta, di inizio di una risalita a cui non vogliamo certo rinunciare e per la quale fin da oggi ci dichiariamo pronti a collaborare.

domenica 18 marzo 2012

Pilastri della società


Un Paese non è solo il suo territorio; il territorio non è che uno dei suoi domini. Il Paese confina e contiene la tradizione culturale che  sorge e si tramanda sul medesimo ad opera delle sue genti fondatrici; Chi pensa al proprio Paese ne ha pensiero d'amore e di comunione che lo stringe con tutti i figli di quel territorio, che valgono come coi  suoi fratelli. E quindi siamo avvisati che:
1 - Finché esista uno solo tra i nostri fratelli non sia più rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionale
2 - Finché esista che uno solo di essi resti abbandonanto dagli altri nell’errore, nell’ignoranza o nella mancanza di formazione professionale,  solo,  fra gli altri dotti e preparati
3 - Finché succeda che uno solo di essi, capace e desideroso di lavoro utile per sè e per gli altri - detto lavoro solo quello dell’azione compiuta, e non quello del tempo trascorso inutilmente e perso  coscientemente a danno di tutti - debba restare nell'umiliazione, per assenza di opportunità o continuità di lavoro, e in uno stato di miseria rispetto le altre classi sociali
4 - Finché avvenga che un solo Magistrato, esattore, ministro, fiscalista, sindacalista, amministratore, assicuratore sociale, coscientemente, a danno di un solo singolo o di tutti emetta o applichi Tasse, sanzioni, leggi, ordinanze, o sentenze di peso sociale o individuale ingiustamente letale per gli interessati, perchè di entità tripla od oltre rispetto il valore dell'oggetto da tassare, sanzionare, legiferare, ordinare, sentenziare, curando superficialmente di applicare la mera teoria della regola vigente, senza approfondire la comprensione della circostanza reale causale e consequenziale, generante il fatto umano e l'effetto reale consequenziale al suo giudizio
Noi non meriteremo più il Bel Paese che dovremmo ben gestire come tradizione ci ha insegnato, il Paese di tutti, il Paese per tutti. 
E allora lo perderemo quel Bel Paese che abbiamo ereditato e con esso i nostri figli e la loro fiducia in noi.
Il voto, l'educazione, il lavoro sono i tre primi pilastri fondamentali della economia di un paese sano. L'Equità ne è il quarto.
Ciascuno di noi NON DEVE AVERE RIPOSO finché questi pilastri,  non siano, per opera nostra, di ciascuno di noi, solidamente riinnalzati.
Non abbiamo bisogno di insegnamenti stranieri.
(based on a Mazzinian thought)