lunedì 15 ottobre 2012

Crisi economica europea: troppo rigore strangola l'economia



Oggi invece il FMI inizia a lasciare spazio al dubbio - principio sano. Lo dimostra un nuovo studio di questa istituzione che mostra gli effetti nefasti per l'economia di un'eccessiva austerità fiscale. Non ci vuole molto, direte voi, e io non possono che essere d'accordo: l'Europa sta mostrando chiaramente l'avvitamento provocato dalla spirale tagli di bilancio, riduzione del PIL, nuovi tagli di bilancio per rispettare gli obiettivi del deficit.
Di fronte all'evidenza, le istituzioni internazionali si sono accorte che ad ogni percentuale di taglio del deficit non corrisponde mezzo punto di minor crescita ma molto di più. Si parla di un moltiplicatore compreso tra 0,9 e 1,7 - ovvero un segno negativo almeno doppio rispetto a quanto prevedevano.
Ovviamente questo moltiplicatore dipende dal momento economico che stiamo vivendo: crisi economica, credit crunch e così via. Per questo ora il Fondo Monetario Internazionale predica gradualismo nell'aggiustamento delle economie, presentando ad esempio piani credibili nel medio termine "perché così si può procedere più lentamente all'inizio".
Insomma bisogna essere meno ossessivi sul rispetto di vincoli di bilancio nominali, come il famoso tetto del deficit pari o inferiore al tetto del 3% del Pil. Meglio concentrarsi su obiettivi di bilancio strutturali - ovvero mostrare dinamiche di contenimento della spesa anche se non si raggiungono parametri precisi. Vedremo nei prossimi mesi in quali politiche economiche  verranno tradotte queste affermazioni di buon senso.

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