mercoledì 16 gennaio 2013

Come Votare by Retedi - EF




CRISI

Preghiera al Signore di un piccolo operatore C.C.I.A.A.,  ed espressione di voto.

Signore ti prego scongiura la crisi perché...

Se non avessi il mio umile lavoro di commercio di sassi, legno, terracotta e accessori non potrei più pagare più neanche le guardie giurate che mi hanno vincolato con contratto vitalizio e confidano quindi nella mia attività.

Se non fatturassi più e non avessi conseguentemente più alcun  utile non potrei pagare più la tassa sulla casa ereditata, sulla casa costruita, sulla casa utilizzata, sulla casa affittata, sulla casa manutenuta, sulla casa venduta, sulla casa lasciata in eredità, sulla mia tomba e quella dei miei genitori e nonni, e sullo smaltimento futuro di tutte le tombe, per favorire i forni crematori che fanno risparmiare spazio comunale.

Ma non potrei neanche più pagare le imposte dirette e indirette sulla persona, sull'acqua, sulla luce, sulla benzina, sui rifiuti che non rifiuto ma riciclo e che non dovrei pagare perché io riciclo tutto da sempre, e concimo il mio albero di alloro che è alto quattro metri, ma i comuni non lo capiscono perché la legge non lo prevede.

Se la gente non avesse più soldi per la perdita del lavoro, per il trasferimento di tutte le produzioni all'estero, cercherebbe solo di comprare da mangiare e coloro che dispongono della casa, di pagarsi almeno l'acqua calda e la luce.

Il telefono? ricaricabile. Internet? nei centri pubblici.

Le spese condominiali? Niente soldi, e gli amministratori sparirebbero.

Manderebbero i figli a fare lavoretti e non a scuola non si ammalerebbero molto perché gli ospedali non avrebbero più neanche i soldi né per ospitarli, né per esistere.

Le medicine? erba dei campi bollita con roba da ardere.

Se la gente si ammalasse gravemente e morisse, lo farebbe magari anche senza sepoltura...

Specialmente se le imprese o il comune non potessero più fornire  il servizio funebre, e gli uomini non avessero più neanche la forza di scavare.

Morire per le strade o nelle case è già iniziato:
barboni e vecchi se ne vanno in silenzio già da qualche anno e vengono scoperti con molto ritardo da vicini o parenti.

La pretesa del bene e del lusso scomparirebbero presto dalle famiglie, e le donne intelligenti non chiederebbero soldi ai propri uomini senza lavoro, e cercherebbero anzi un lavoro per aiutare la famiglia.

Le donne incoscienti invece si accanirebbero, come succede già da decenni, contro il capofamiglia in crisi e senza lavoro, e addirittura si separerebbero o istigherebbero i figli a seguirla per farsi mantenere attraverso la sentenza del giudice che cura l'interesse della parte debole della famiglia.

I figli scapperebbero dai genitori separati violenti e non tornerebbero più a casa.

Nelle famiglie ove è regnata una simile violenza, quella della separazione appunto, crescerebbero giovani con una psicologia permanentemente  fratturata e irrisolta.

La separazione è la prima delle violenze familiari e i giudici magari sorretti dalla consulenza da psicologi falliti come persone, la professano come unico rimedio delle famiglie in crisi, in una società in crisi.

I delitti passionali si moltiplicherebbero, i delitti sui giovani aumenterebbero, i bullismi, i sinistri crescerebbero a dismisura la gente farebbe sempre più incidenti gravi nelle strade, inconsapevolmente apposta per liberarsi dall'incubo della propria vita quotidiana.

I suicidi palesi o non apparenti crescerebbero indefinitivamente.

Non si potrebbe andare più al cinema, per mancanza di soldi, di sale e di film tutti gli attori e registi fallirebbero.

Fallirebbero così anche le fabbriche di videocamere e  e macchine fotografiche.

La pubblicità fallirebbe, perché costerebbe troppo rispetto i consumi e non servirebbe quindi più a nulla.

Sparirebbero i grafici, gli editor e le industrie dei cataloghi.

Non si potrebbe pagare più neanche il canone della tv, nè per le aziende di pasta o biscotti o pannolini pagare il costo della pubblicità in TV.

Non si potrebbero  più sostenere trasmissioni utili a pubbliche come unomattina coi suoi giornalisti laureati e attenti che quotidianamente altro non fanno se non raccontare i fatti dell'altra gente, di tutta la gente che fa qualcosa di reale nella vita, mentre loro fanno solo tiepidi tweet tra di loro e conducono  temi su cronache, sottolineature, scandalini altrui come facevano una volta i cantastorie.

Se non vendessi piastrelle, non potrei pagare più di certo né il commercialista per contare quanto non guadagno, né l'avvocato per poter detrarre dal bilancio quanto non mi è stato pagato dai clienti fatti fallire da commercialisti più sagaci del mio.

Se le banche continuassero a non dare più soldi non farebbero nulla di problematico perché risparmierei i cinquantamila euro annui che mi hanno fatto pagare per quarant'anni a tassi usurari, e mi unirei con i miei colleghi creando un sistema di compensazione di crediti e debiti a tasso zero, come sussiste in Svizzera dal 1934, e poi in Giappone, nella macro regione di Nantes, e in Sardegna dove compensano tutto con la loro moneta compensativa "il Sardex".

Se i comuni impoverissero come quello di Bologna condotto da giunta del partito democratico Bersanense, che fa pagare due euro di altalena ai bambini nei parchi giochi, perché non entrano più tributi, nessuno vorrebbe più fare il vigile urbano perché non ci sarebbero più neanche i sindaci e le Giunte, né i carabinieri perché non lavorando più gli avvocati non ci sarebbero più neanche i giudici,  nè i poliziotti perché se il governo non incassasse più tributi da nessuno non avrebbero più stipendio né benzina.

Se le leghe dei filonordici vincessero perderemmo l'unità italiana tanto difesa dai nostri nonni.

Se i filodrammatici del mito dell'euro vincessero perderemmo l'amministrazione finanziaria italiana.

Se gli untori della lega del nord e della lega del sud, trasformisti di comodo,  vincessero, avremmo un blocco operativo per la contraddizione stessa delle diverse tendenze delle due Leghe.

Se i giustizialisti borbonici della lega dei magistrati vincessero avremmo uno strapotere di classe incompetente nell'economia reale.

Se i partiti minoritari vincessero venissero ascoltati disperderemmo il nostro voto nel nulla.

Se il partito della chiesa vincesse, avremo un ingiusta ingerenza nella politica del popolo composto da tutte le sue classi produttive di imprenditori e lavoratori.

Se non avessimo più niente, ci sederemmo tutti la sera accanto al fuoco, dopo aver bevuto il brodo di erba bollita, e ci racconteremmo delle storie, sul perché di questa crisi, su chi l'abbia scatenata su di noi che avevamo tutto, sulla saggezza del metodo dell'inflazione piuttosto che sull'ingenuità del metodo della moneta forte, che forte non è per niente.

Ci interrogheremmo sul perché il nostro sistema sociale deve permettere che tutti i soldi che noi reali produciamo, vadano ad ingrassare inutili fabbriche di pillole, inutili fabbriche di notizie vere e false, inutili muri di spot pubblicitari, inutili giornalisti intrattenitori, inutili sale giochi, inutili paesi delle meraviglie nella nei quali ci conducono tutti i giorni inutili pifferai magici e copifferai imitatori.

Ma soprattutto rideremmo per ciò che è stata la comicità della politica, per i cambi repentini di opinione che uomini candidati leader hanno pronunciato per convenienza un giorno dopo l'altro irrispettosi dei loro ascoltatori.

Rideremmo della comicità del fatto che che l'abilità di voltagabbana di uomini leader provenienti dal mondo dell'intrattenimento, sia stata copiata e adottata anche da uomini politici candidati leader provenienti dal serissimo mondo della banca, ed al partito della Chiesa.

Rideremmo per aver ammesso per anni, molto scioccamente che poteri forti come giustizia e Chiesa, potessero addirittura fondare un proprio partito politico per accrescere maggiormente il proprio già esagerato strapotere, invece che impedire per legge, etica e logiche tali poteri invadessero il campo della politica che deve essere di dominio popolare e non amministrativo.

Rideremmo infine, di quanto sia stato comico vedere, che l'unico che non abbia fatto cambiamenti di opinione, voltagabbana o mosse di convenienza, ma sia stato sempre coerente con il proprio programma scritto e pubblicato sul proprio sito sia stato proprio un comico di professione, ora candidato leader di un movimento che a differenza del canonico partito comunista ortodosso e impoveracomuni sul modello PD di Bologna, vota il suo slogan a dare una qualità di vita a 5 stelle per i propri elettori e per i nostri figli.

Riderà bene chi riderà ultimo quindi, e piuttosto che votare scheda rifiutata nessuno mi rappresenta senza entrare in cabina, darei mandato di agire a chi si promette di farlo seriamente avendo dimostrato la forza di attraversare uno stretto a nuoto, la coerenza costante del prprrio verbo, e la promessa di una vita a 5 stelle per tutti riducendo parlamentari e costi pubblici inutili.

Si superi l'ignoranza verso la volontà di innovazione, si riconoscano i tentativi di scimmiottamento usati dai candidati  leader concorrenti appartenenti al vecchio potere, che prima mettono e poi dichiarano di voler togliere tasse e imposte letali, che vedendo che i giovani si orientano sui nuovi movimenti, subito si affrettano a censire e assoldare innocenti, inconsapevoli e ignari componenti followers si troppo giovani su twitter per formare il proprio audience giovanile sino a prima inesistente.

Si riconosca il vero dal falso, si dia forza a chi ha dimostrato di averla: se è riuscito Berlusconi a prendere le leve del comando, possiamo presupporre che anche una persona molto più seria di lui, ossia un vero comico, possa farlo.

Sulla necessaria serietà interiore per poter esercitare l'arte della comicità, penso che nessuno abbia dubbi: tutti i grandi comici della storia quali Charie Chaplin, Buster Chiton, Oliver Hardy e Stan Laurel, ma anche Mister Bean e tanti altri si sono in realtà dimostrate le persone più rappresentativamente popolari al mondo perché essendo

profondamente afflitte dalla tristezze della vita ed avendo saputo studiare e applicare la più difficile della arti comunicative, quella della comicità, per poter indicare la verità alla gente in modo che la apprendesse divertendosene.

Qualunque schieramento si votasse, non farebbe che utilizzare la struttura pubbLica esistente, e formando una squadra esecutiva avvalendosi delle persone esecutive competenti che sarebbero ben presto disponibili a collaborare per la squadra di governo che scaturisce dall'espressione della preferenza popolare.

Nessuna demagogia o retorica sull'incapacità a governare risulterebbe quindi reale problema esecutivo e quindi, essendo sacrosanta l'espressione sincera di voto la priorità che ciascuno di noi deve tenere andando alle urne, e biasimevole invece l'espressione di voto del meno peggio o della dispersione del voto non recandosi alle urne o compiendo voti invalidi, ogni elettore, capace di ragionare con la propria testa, è chiamato ora o mai più ad intervenire utilizzando appieno la propria sovranità nel volere determinare un reale cambiamento in una società malata affetta da troppi trasformisti che non curano l'effettivo aggiornamento costituzionale, ma pensano a restare nell'ortodossia dei benpensanti conformisti, reali ostacoli al rinnovamento.

Quindi ben venga la Ricostituzione Italiana, condotta dal popolo stesso attraverso Movimenti Reali e non ricostituzioni trasformiste dei fantasmi del passato.

Ben venga la nostra preferenza Reale: quella del Popolo Sovrano.

EF

Nessun commento:

Posta un commento