Quale uomo può dirsi completo senza che abbia mai dato nella sua vita almeno un piccolo contributo nella politica? Non farlo significherebbe disinteressarsi del futuro dei propri discendenti o delle generazioni future: la più grave delle responsabilità.
mercoledì 18 luglio 2012
I: Burocrazia borbonica italiana: il vero cancro dell'economia
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-----Original Message-----
From: faccionet@gmail.com
Date: Wed, 18 Jul 2012 11:11:09
To: <faccionet.retedi@blogger.com>
Reply-To: faccionet@gmail.com
Subject: Burocrazia borbonica italiana: il vero cancro dell'economia
Italia imrpdottiva somma le ore lavorate di Germania e Francia e produce meno di Spagna.
Oltre crisi bancaria, giustizialismo borbonico, iper burocrazia fiscale, appalti, informatica, e su informazione e istruzione, sindacale, partitica, politica, associazionistica, commercialistica, ecc. ha come cancro economico fondamentale l'ineffettivita' del lavoro svolto. La gente somma in busta presenze, errori, danni, assenteismo, inutilità causate alla propria azienda o ente pubblico come fosse una cosa normale. Le aziende dopo l'essere colpite da tassazione sociale complessiva superiore a qualsiasi possibile giustificazione logico-aritmetica lo è anche dal malcostume delle ore - dipendente pagate il doppio se non il triplo del dovuto. Se a ciò si somma l'industria del fallimento architettata per far chiudere le aziende sane senza vero motivo per per fomentare l'industria della truffa, o delle start up o dell'invasione straniera promossa dalle regioni, non si intravedono prospettive accettabili dagli imprenditori onesti e indifesi.
Il trend dell'uccisione delle pmi continua anche per favorire lo sviluppo delle società quotate in borsa che devono tendere ad una crescita continua obbligata richiesta dai parametri-locomotiva inventata dagli strateghi tedeschi di Basilea. Se pensiamo infine che siamo obbligati dal contratto Prodiano a pagare un debito secolare mai pagato prima da nessuno stato, in solo pochi anni, eletti per una strana coincidenza, tra i pochi paesi a doverlo fare per primi, e con un valore delle proprie quote sociali dimezzato rispetto a quello della Germania, si chiude il quadro di prevedibilità catastrofica certa ancora da avvenire che investirà il nostro paese. Le riforme vere devono tendere a correggere questi valori e non solo il compitino dei conti in ordine svolto dai governi tecnici o meno. L'apartiticita' e la democrazia diretta di rete sono gli uniici strumenti che potranno correggere i nostri questi nostri cancri che altrimenti resterebbero perenni. E inutile che il Borbonico Napolitano critichi il dilettantismo dei politici della sua repubblica burocratica borbonica, é per primo lui che non si rinnova e che non compie riforme negli apparati da lui presieduti quale giustizia ed esercito. Prova ne sia la sua decisione di dare nulla osta sul vendere le caserme agli stranieri per farne alberghi. Ef
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giovedì 12 luglio 2012
Inoltra...
lunedì 9 luglio 2012
Parlare-decidere-fare
E' assolutamente cretino essere tenuti in gabbia da poche persone che meriterebbero di solo essere socialmente evirate.
Anni di attesa per una banda larga che non arriva mai, anni di attesa per un social conference esistente in cina da secoli come imqq, che in Italia non sbarca mai. Anni di attesa per un servizio luce, gas acqua onesto e non depauperante. Anni di attesa per un servizio telefonico unico e pulito come quello della vecchia stipel, che è stato ammazzato dai piranhas del marketing di accenture che hanno fatto pagare milioni di consulenze a telecom per isolarci nell'arena caotica delle offerte in libera concorrenza, inutili e incomprensibili.
Ma da chi siamo pilotati, da sadici sociali che vogliono solo mettere in difficoltà anziché semplificare il sociale? Solo perché quella italiana è una civiltà pacifica ed onesta fatta di generazioni specializzate nel lavoro e non nella traduzione di termini contrattuali astrusi, incomprensibili e soprattutto basati su servizi inconsistenti, mal ricevuti, e mal gestiti?
L'Italia è il paese del cartello del cartello del cartello. Poveri intermediari inutili della sostanza altrui che si interpongono sino a tre livelli tra il prodotto e il consumatore. Privati direte voi? No statali, oppure dirigenti di aziende appartenenti ai poteri forti detentori dell'oligopolio del dominio della nostra nazione:
1 - mediavisivi, 2 - telefonici, 3 - industriali, 4 - politici, 5 - giuridici, 6 - fiscali, 7 - medico-farmaceutici, 8 - ludici, 10 - artistici, 11 - previdenziali, 12 - statalisti-amministrativi, 13 - statalisti-insegnanti, 14 - industriali-alimentari, 15 - industriali-non-alimentari.
Ognuno di questi poteri contribuisce a serrare cartelli contro la libertà individuale e la formazione degli individui. Con la perenne sottomissione delle persone essi ottengono il mantenimento del loro cartello e dell'insieme della macchina di controllo.
Le altre classi popolari quali 16 - Lavoratori-laureati, 17 - lavoratori-non-laureati, 18 - PMI-alimentari, 19 - PMIi-non alimentari, 20 -Grandi-logistici-distributivi, 21-piccoli-logistici+distributivi, 22 - reti di artigiani-specializzati, 23 - artigiani - indipendenti, 24 - altri autonomi, 25 - agricoltori-pastori . 26 - cooperrative-sociali sono tutte classi non ben rappresentate e non ben tutelate nel parlamento nazionale d europeo.
Ora, in un clima di repressione come quello Montiano, ove nessuno può neanche più esprimere la propria opinione altrimenti fa calare lo spread (Squinzi) io direi anche basta su tutto questo.
In un paese ove un comico (Grillo) ha il potere di mobilitare la massa ingenua continuando a ripetere - hanno paura di noi - che non valuta nemmeno in minima parte lo strapotere tenuto dal pool di poteri forti che ci domina in sinergia con i poteri forti internazionali della global governance, ed in più non sa da che parte cominciare a dare forza alla gente comune che gli dona cibo fatto con le proprie mani anziché comprato o anziché contributi di partito, è giunto il momento di far scoccare la scintilla.
Eccola qua: tobin tax mondiale, votazioni democratiche gestite dai bar di Lottomatica, nuova costituzione mondiale - altro che secessione: votazioni in rete mondiale, eliminazione dei filtri di internet, eliminazione delle intercettazioni telecom-giuridiche.
Il potere siamo noi che abbiamo le idee.
Parliamo, decidiamo, facciamo. Parliamone, subito, sempre, tanto e con tutti.
E,F. 9-7-2012
Non c'è più tempo da perdere e il populismo senza idee non serve a niente: che ognuno di noi tiri fuori le sue idee.giovedì 24 maggio 2012
Succede...
Inviato da BBEF
domenica 6 maggio 2012
Antroposofia
Discussione del programma M5S
Oggi riporto su questo blog il programma pubblicato sul sito bepperillo.it suddiviso in temi.
Indice Capitoli
Stato e cittadini
Energia
Informazione
Economia
Trasporti
Salute
Istruzione
PROGRAMMA
STATO E CITTADINI
L’organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente.
Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere
il candidato, ma solo il simbolo del partito. La Costituzione non è applicata. I partiti si sono
sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.
• Abolizione delle province
• Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti
• Abolizione del Lodo Alfano
• Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico
• Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
• Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione
dopo due anni e mezzo
• Divieto per i parlamentari di esercitare un’altra professione durante il mandato
• Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali
• Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato)
• Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
• Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web,
come già avviene per Camera e Senato
• Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action
• Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
• Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa
popolare
• Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria
• Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i
commenti dei cittadini.
ENERGIA
Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici
si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato
calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di
recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri
cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel
riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano. Utilizzando
l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello
corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5
litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di
gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti,
una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le
sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve
articolarsi nei seguenti punti:
• Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla
direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici
• Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la
concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di
edifici esistenti
• Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio
edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
• Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di
ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a
spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava
• Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini,
come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo
standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del
55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di
produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale
energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione
termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente,
sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse
fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei
Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si
spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire
nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli
sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta
viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali).
Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi
impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica
energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve
articolarsi nei seguenti punti:
• Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti
fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire
dagli edifici più energivori: ospedali, centri com-merciali, industrie con processi che utilizzano calore
tecnologico, centri sportivi ecc.
• Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti
di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
• Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti
rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW
riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
• Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica,
anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
che essi comportano
• Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al
loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
• Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento
della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
• Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare
le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del
legno proveniente da raccolte differenziate ed esclu-dendo dagli incentivi la distribuzione a
distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
• Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.
INFORMAZIONE
L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il
controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive
antidemocratiche. Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli
interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del
singolo. L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino
non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di
consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
• Cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
• Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
• Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da
alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
• Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
• Abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui
ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
• Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun
soggetto privato, l’azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
• Abolizione dell’Ordine dei giornalisti
• Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
• Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai
partiti
• Abolizione della legge Gasparri
• Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale
• Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia,
e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore
telefonico
• Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete
• Eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento alla rete fissa
• Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee
• Tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo
soggetto economico privato
• Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni
• Abolizione della legge Urbani sul copyright
• Divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a
società editoriali
• Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso
importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in
anticipo in via cautelare all’atto della querela)
• Abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all’accesso wi fi.
ECONOMIA E POLITICA
• Introduzione della class action
• Abolizione delle scatole cinesi in Borsa
• Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società
quotate
• Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
• Abolizione della legge Biagi
• Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente
mercato interno
• Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
• Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una
compartecipazione alle eventuali perdite
• Impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se
questa si è resa responsabile di gravi reati
• Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
• Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle
aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
• Abolizione delle stock option
• Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset,
Ferrovie dello Stato
• Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi
europei
• Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e
con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai
servizi senza bisogno di intermediari
• Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come
amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa
• Favorire le produzioni locali
• Sostenere le società no profit
• Sussidio di disoccupazione garantito
• Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia).
• Disincentivo dell’uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane
• Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana
• Istituzione di spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette
• Istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane
• Introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un
solo occupante a bordo
• Potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car
sharing) con motori elettrici alimentati da reti
• Blocco immediato del Ponte sullo Stretto
• Blocco immediato della Tav in Val di Susa
• Proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane
• Sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo
• Copertura dell’intero Paese con la banda larga
• Incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro
• Sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblici
• Incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet
• Incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio
• Corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane
• Piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.
TRASPORTI
L’Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universali. Due fatti
però stanno minando alle basi l’universalità e l’omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la
devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento e accentua le
differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico. Si tende inoltre ad
organizzare la Sanità come un’azienda e a far prevalere gli obiettivi economici rispetto a quelli di
salute e di qualità dei servizi.
GRATUITÀ DELLE CURE ED EQUITÀ DI ACCESSO
• Garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale universale e
gratuito
• Ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali
• Monitorare e correggere gli effetti della devolution sull’equità d’accesso alla Sanità
FARMACI
• Promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai
farmaci “di marca” (che in Italia costano spesso di più che all’estero) e più sicuri rispetto ai
prodotti di recente approvazione
• Prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come
avviene ad esempio in Gran Bretagna)
SALUTE
Informazione sulla salute
• Programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei
farmaci, sui loro rischi e benefici
• Politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo
consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione
delle malattie) e l’automedicazione semplice
• Informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e
sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva),
ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali
• Sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità,
volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio
MEDICI per la salute
• Proibire gli incentivi economici agli informatori “SCIENTIFICI” sulle vendite dei farmaci
• Separare le carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a un medico che lavora in
strutture pubbliche di Operare nel privato
• Incentivazione della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti massimi
alle tariffe richieste in sede privata
• Criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari
ORGANIZZAZIONE per l a salute
• Liste di attesa pubbliche e on line
• Istituzione di centri unici di prenotazione on line
• Convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on line
• Investire sui consultori familiari
• Limitare l’influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione
dei consigli di amministrazione
• Allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore. In particolare per l’uso degli oppiacei (morfina e
simili)
RICERCA per la salute
• Possibilità dell’8 per mille alla ricerca medico-scientifica
• Finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare
• Promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate
alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti
• Promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all’estero in assenza di strutture
nazionali
• Introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale,
la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei
trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione
AMMINISTRATORI PUBBLICI per la salute
• Eliminazione degli inceneritori
• Introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e
nazionali che comportano malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori
pubblici (ministri, presidenti di Regione, sindaci, assessori).
ISTRUZIONE
• Abolizione della legge Gelmini
• Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti
• Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via
Internet in formato digitale
• Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo
• Abolizione del valore legale dei titoli di studio
• Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica
• Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti
• Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri(obbligatorio in caso di richiesta di
cittadinanza)
• Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie
• Investimenti nella ricerca universitaria
• Insegnamento a distanza via Internet
• Integrazione Università/Aziende
• Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti
mercoledì 25 aprile 2012
Dipendere dal fuochista?
Caro collaboratore, cara collaboratrice.. Come datore di lavoro non devi proprio considerarmi. Considerami invece come compagno ed organizzatore del viaggio su una barca a vela di cui tu sei fiocchista ed io timoniere. Io non ti do lavoro. Se vogliamo arrivare tu cazzi la randa e io tengo la direzione. Ogni tanto ti faccio tenere il timone, ma tu me lo restituisci sempre. Preferisci cazzare la randa e lascare il fiocco. E quando siamo sulla mia locomotiva tu vuoi infilare la legna nella caldaia, ed io devo sempre fare il conduttore. Quando siamo sul mio aereo, tu vuoi riempirlo di carburante o servire i passeggeri, ma io devo sempre pilotarlo. Devo acquistare io il mezzo, il carburante, pagare le manutenzioni, e gestirne la guida... Tu vuoi solo e sempre partecipare al viaggio. E quando il viaggio non è ancora concluso tu magari mi dici che hai fame, sete e mi chiedi quando arriviamo, quando arriva la paga. Ma non consideri che io sto viaggiando con te e mi sto accolando la responsabilità del medesimo. Senza di te non potrei arrivare lo so, ma tu sembri non sapere che senza di me non saresti mai partito. E se capita un incidente, finisce la benzina o il vento, se si rompe il mezzo, è sempre colpa mia. 40 anni a pagare, bollette, tasse, associazioni, professionisti, sentenze pazze, cartelle usurarie, aggiustarti la fotocopiatrice e il computer che si rompre, ricomprarti il toner... Il muletto, rifare le vetrine.. Il negozio.. Acquistare nuove attrezzature.. Pensare nuove campagne.. Sempre io.. E tu.. Semplicemente al mio fianco. E con la crisi, privarmi del mio stipendio per darlo a te... Resistere per portarti alla pensione alla quale sei quasi arrivato e che io invece.. Non avrò mai.. Perchè Per sentirmi dire che .. Con tutti i soldi che ti devo... Ti faccio ridere se ti indico che mi hai fatto perdere qualcosa.. 10 euro Per il tuo ennesimo errore.. Per la tua trascuratezza.. La tua leggiadria di non essere mai responsabile se non della perenne sfida a resistere con te che mi hai lanciato tutti i giorni della nostra vita insieme... E che ho sempre raccolto.. Per lo spirito innato dell'agricoltore che vuole raccogliere i frutti da distribuire a tutti... Per l'istinto innato del capoclan che vuole che i propri collaboratori stiano sempre bene.. E come non perdonarti? Per l'ennesima volta io ti perdono come ho sempre perdonato i cinquanta dipendenti avuti che volandosene via mi hanno regalato il loro ricordo azionando avvocati.. O migrando da concorrenti.. Chi più stoico e stronzo di me nello stesso tempo per voler ancor oggi superare la burrasca creata dall'uragano Euro? Chi più folle di me che speri si salvarsi nel mare in tempesta ove banche, governatori e giudici vogliono far naufragare tutte le aziende? Chi più inconzapevole di me che tutte le sere cenando pane ed erba guarda il telegiornale sperando che il Presidente della propria nazione republbicata costituita sul lavoro pronunci una sola parola a favore di coloro che come me hanno mantenuto in tutti questi anni, banche, politici, giudici e statali? La riforma del lavoro deve essere questa: coloro che lavorano devono considerarsi componenti responsabili del viaggio e non semplici marinai che amano ammutinarsi contro il proprio capitano, quando il vero problema è l'oceano euro in tempesta grazie a coloro che lo agitano furbescamente. ermanno f.
domenica 22 aprile 2012
L'ARIDO PROFILO DEL GOVERNO ITALIANO
martedì 27 marzo 2012
Milano metropoli 2015?
Ecco la relazione di un'agenzia compartecipata da comuni, provincia, regione, cciaa di milano, expo 2015, ecc. che ha costituito la pretesa di essere fulcro di chissa quale volano di iniziative coordinate dagli enti soci, per la preparazione di progetti innvoativi che portasssero le imprese italiane verso il grande appuntamento del 2015. Molte delle imprese che hanno provato ad avvicinarsi a questa struttura hanno ricevuto anziché sostegno, appoggio, e strumenti solo grandi strette di mano, illustrazioni di massima, e magari il preventivo intorno agli 8000 euro per aprire una pratica di studio di fattibilità di nuovo progetto, attraverso il personale della struttura.
Pur presentando budget, buisness plans, idee, fascicoli illustrativi, nessuna risposta, nessun seguito collaborativo, solo numeri di telefono e mail che non fanno seguire nulla di concreto ad una impresa che avesse voluto essere seguita a 360° come promesso, per prepararsi al 2015. Ma allora a cosa serve questa agenzia?
Riportiamo qui l'articolo integrale pubblicato su
http://affaritaliani.libero.it/milano/l-importanza-di-un-agenzia-140312.html 14/03/2012
da Carlo Lio, con il quale risponde a questa domanda.
MILANOITALIA
L'importanza di un'Agenzia di Sviluppo
Mercoledì, 14 marzo 2012 - 13:12:00
di Carlo Lio
Amministratore Delegato Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo
Quando, nell’ottobre 2009, accettai il ruolo di Amministratore Delegato di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, sapevo bene di non potermi fare troppe illusioni.
Da una parte, infatti, l’eco della crisi che oggi si è manifestata in tutta la sua gravità, iniziava già da allora a evidenziare i suoi primi, e forse sottovalutati segnali.
Dall’altra, però, sapevo di fare da “timoniere” di un’Agenzia consolidata, che era stata capace negli ultimi anni Novanta di rilanciare l’intera area di Sesto San Giovanni, e contribuire così in modo significativo a guidare la trasformazione dell’intero Nord Milano verso un’economia più snella e allo stesso tempo moderna e tecnologica.
Sapevo dunque che c’era spazio non tanto per facili illusioni, quanto semmai per un lavoro coerente, serrato, dettato da un rapporto sempre più stretto e proficuo con gli attori socio-economici del territorio.
E su questa strada ho voluto indirizzare i miei primi passi: l’allargamento della base societaria di Agenzia, il suo passaggio a ente completamente pubblico, fino al rafforzamento del suo ruolo di “braccio operativo” non solo della Provincia di Milano, ma anche – quasi per innata vocazione insita nel nostro stesso nome – dell’intera Area Metropolitana milanese.
In questo senso, il fatto di diventare società a prevalente capitale pubblico è stato dettato dalla necessità di adeguarsi alle nuove normative in atto e poter così operare meglio sul territorio. Non nego che questo passaggio cruciale abbia di fatto comportato una certa esposizione economica di Agenzia.
Tuttavia, anche per rasserenare chi, in queste settimane ha sollevato il caso, posso assicurare che – proprio per il tipo di assetto societario che caratterizza Milano Metropoli – questa esposizione non ha gravato (e mai graverà) sui bilanci dei singoli Comuni che fanno parte del suo pacchetto azionario.
Se mi guardo indietro, posso vedere un’Agenzia che in parte ha cambiato pelle, ma non certo la sostanza, fatta di rinnovamento continuo e di grande capacità di adeguarsi alle richieste che vengono da un mercato in crisi, e in cerca di soluzioni non facili di fronte a problemi ormai nazionali, se non proprio europei.
Un ruolo, questo, che oggi più che mai considero vitale proprio per affrontare le nuove sfide che abbiamo di fronte.
L’esperienza maturata in questi anni mi pone sotto gli occhi come nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in quelli del Sud del mondo, la via per una crescita economica e sociale passi anche attraverso la costituzione di Agenzie di Sviluppo. Strumenti che siano in grado di far da catalizzatore delle intelligenze e delle disponibilità economiche, politiche e sociali, in modo tale da convogliare le energie così raccolte verso obiettivi importanti e fondamentali sul piano economico e di sviluppo.
Questo, più di tante parole e prese di posizione, dimostra come oggi il ruolo di Agenzie come la nostra non possa essere sottovalutato. Anzi, pone l’accento su come il loro ruolo di intermediatore, di punto di giuntura e di snodo tra i vari policy makers locali, regionali e macroregionali, possa e debba essere sfruttato a dovere.
Lungi dall’avere in mano una “bacchetta magica” magari invocata dai più, soprattutto ora che il futuro si confonde con la paura e lo smarrimento, Agenzie di Sviluppo come la nostra e come tutte quelle degli altri Paesi che intendiamo accogliere nel 2015 per la 3ª Conferenza mondiale a Milano, dimostrano ogni giorno la loro capacità di rilanciare il territorio, di fornire spunti per un serio rilancio economico e delle opportunità di lavoro, di dare voce alle migliori energie e intelligenze dei giovani perché possano tradursi in idee imprenditoriali innovative a 360 gradi.
Noi siamo dunque pronti a “rimboccarci le maniche”, come invoca il premier Monti e chiunque insieme a lui abbia consapevolezza della reale entità dell’attuale crisi.
Lo siamo, così come lo siamo sempre stati in questi anni: partner dinamici, propositivi, finanche critici là dove necessario; non certo meri e miopi esecutori materiali delle volontà di chissà quale potere, finanche forte che sia.
Ma per farlo – anzi, per continuare a farlo – occorre che non venga meno quello spirito di fiducia e di collaborazione da parte degli attori del territorio.
Mai come ora ritengo pertanto importante che il ruolo di Milano Metropoli venga tenuto in debita
considerazione, al fine di affrontare questa lunga crisi con nuove soluzioni capaci di risultare alla lunga realmente efficaci.
In questo senso c’è una data, una dead line che psicologicamente può essere posta di fronte ad ognuno di noi: il 2015.
Non solo perché rappresenta l’anno dell’Expo, ma anche perché può essere preso anche punto
di riferimento per le azioni del governo nazionale, certo drastiche ma necessarie, volte a uscire dal buio della crisi.
Sarebbe infatti illusorio pensare che il 2012, o il 2013 possano rappresentare realisticamente l’anno del rilancio.
L’affossamento dell’economia europea e mondiale è tale che occorre più tempo.
Ecco allora che per il 2015 poniamo un’altra sfida: l’Expo come punto di arrivo del lavoro a cui anche noi abbiamo partecipato attivamente, ma anche punto di svolta, di inizio di una risalita a cui non vogliamo certo rinunciare e per la quale fin da oggi ci dichiariamo pronti a collaborare.
domenica 18 marzo 2012
Pilastri della società
4 - Finché avvenga che un solo Magistrato, esattore, ministro, fiscalista, sindacalista, amministratore, assicuratore sociale, coscientemente, a danno di un solo singolo o di tutti emetta o applichi Tasse, sanzioni, leggi, ordinanze, o sentenze di peso sociale o individuale ingiustamente letale per gli interessati, perchè di entità tripla od oltre rispetto il valore dell'oggetto da tassare, sanzionare, legiferare, ordinare, sentenziare, curando superficialmente di applicare la mera teoria della regola vigente, senza approfondire la comprensione della circostanza reale causale e consequenziale, generante il fatto umano e l'effetto reale consequenziale al suo giudizio
martedì 13 marzo 2012
giovedì 2 febbraio 2012
Napolitano destabilizzante?
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